Viva Huawei. Dxomark e l’annosa questione delle recensioni

Da anni si dibatte sull’affidabilità dei punteggi e dei trofei che la società francese Dxomark assegna agli smartphone. Test di laboratorio “leader per qualità a livello mondiale”, dice di sé Dxomark, che conta 120 dipendenti di 16 nazionalità. Un paio di anni or sono alcuni produttori, ad esempio Xiaomi, avevano manifestato minore interesse a passare sotto le forche caudine della scienza di Dxomark.

Colpisce, ad esempio, la rapidità con cui Huawei Pura 70 Ultra è stato messo alla prova (ma solo per la resa fotografica) dagli esperti della società di Boulogne-Billancourt, comune dove ha sede anche il Gruppo Renault, a 8 chilometri dal centro di Parigi. Huawei Pura 70 Ultra è il top di gamma della serie appena lanciata dal colosso cinese delle telecomunicazioni.

Huawei Pura 70

Huawei Pura 70 Ultra, fotocamere in primo piano (dal sito consumer.huawei)

E qui ci sarebbe un problema. Huawei è dal 2019 nella Entity list, la lista nera del governo Usa (ci sono altri 638 tra aziende, centri di ricerca e organizzazioni cinesi, con Huawei), perché accusata di spionaggio e furto di proprietà intellettuale. Diversi governi europei hanno seguito Washington. Anche Giappone e Australia si sono schierati. La notizia più recente dall’Italia è che Mirella Liuzzi, ex deputata del Movimento 5 Stelle, ex sottosegretario allo Sviluppo economico del governo Conte II ed ex segretaria della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, dai primi di maggio è consulente strategico per Huawei Eu.

Huawei Pura 70

Oro, argento, bronzo: i bollini di Dxomark

Il ban voluto da Donald Trump ha tagliato fuori Huawei dall’utilizzo di Android e dalla suite delle app di  Google, da Gmail a YouTube, oltre che dalla possibilità di usare i migliori System-on-a-chip in circolazione, gli Snapdragon di Qualcomm per esempio (progettati negli Usa e prodotti dal gigante taiwanese TSMC). I cinesi, si sa, sono resilienti. Huawei ha incassato il colpo e nel 2023 è tornata a correre per le prime posizioni su mercato di casa, con una crescita prodigiosa. Nel primo trimestre 2024, secondo i dati di Counterpoint Research, Huawei ha guadagnato il quarto posto (quota del 15,5% e +69,7% sul Q1 del 2023), alle spalle di Apple, che ha perso il 19,1% e il top spot per un iPhone 15 non propriamente rivoluzionario, ma anche per la concorrenza sui prezzi di Oppo, vivo e Xiaomi. Oltre che per la risalita “patriottica” di Huawei, forte delle sue tecnologie proprietarie.

Huawei Pura 70

Le quote di mercato dei produttori di smartphone in Cina, primo trimestre 2024 (Fonte: Counterpoint Research)

Ora, il top di gamma della nuova serie Pura di Huawei, in commercio da qualche settimana, si può acquistare anche in Europa, proprio dal sito Huawei, con tutta la sua tecnologia ferocemente avversata da Washington (che tra l’altro procede diritta anche con l’amministrazione Biden nella direzione della guerra commerciale con Pechino, visti i super dazi in arrivo per le automobili elettriche). Huawei Pura 70 Ultra costa (con memoria 16+512 Gb) la bellezza di 1.499 euro, in bundle con il Watch GT3 e gli auricolari FreeBuds Pro 3.

Una digressione molto lunga, per tornare a Dxomark. Che dire, può colpire il fatto che a pochi giorni dal lancio nei nuovi Huawei gli scienziati francesi abbiano prodotto un test che piazza il gioiello cinese al primo posto del ranking, a 163 punti, staccando di ben 5 punti l’Honor Magic 6 Pro, messo in commercio a febbraio. A seguire ancora uno Huawei, il Mate 60 Pro (settembre 23), l’Oppo Find X7 Ultra (che ha debuttato a gennaio 24 ma non è neppure arrivato in Occidente con una versione global), Huawei P60 Pro (marzo 23, addirittura). Tra il sesto e l’ottavo posto troviamo finalmente qualcosa di non cinese: gli Apple 15 Pro Max e Pro e il Google Pixel 8 Pro. Ma il distacco è abissale: nove e dieci punti.

Lo stesso metro di giudizio lampo non è stato adottato per uno smartphone che era molto atteso quest’anno, proprio per il comparto fotografico (e altrettanto costoso), Xiaomi 14 Ultra. Uscito a marzo, 14 Ultra brilla per la sua assenza nella classifica di Dxomark. Forse una leggera antipatia dovute alle ruggini di cui sopra? Strano, perché il compatto Xiaomi 14 è stato, invece, considerato, anche se colpito e affondato al posto numero 31. Xiaomi 13 Ultra, uscito un anno fa, è ventiseiesimo, in compagnia di Pixel 7, Samsung S23 Ultra e vivo x90 Pro+.

Non solo Xiaomi. Anche il flagship Sony del 2023, Xperia 1 V, non è mai stato recensito, mentre il compatto Xperia 5 V sì (sonora bocciatura), contrariamente all’opinione di diversi siti androidiani specializzati. C’è un criterio in base al quale Dxomark esclude alcuni prodotti? Per esempio, sarà ignorato anche l’ultimo nato di Sony, Xperia 1 VI?

Siamo alla vigilia della presentazione del nuovo vivo x100 Ultra, che promette meraviglie, specialmente lato fotografico, dove già si è fatto molto apprezzare tra gli appassionati (meno tra gli YouTuber) il flagship di novembre 2023, vivo x100 pro. L’ho provato e non credo di avere mai visto nulla di simile quanto a potenza e definizione dello zoom. Superlative anche le macro. Ma gli esperti di Dxomark non gli hanno concesso nemmeno l’ingresso nella top ten, chiusa da altri due cinesi, Oppo Find X6 Pro e Honor Magic 5 Pro, usciti oltre un anno fa.

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