I nuovi Sony Xperia sono quasi arrivati: cosa possiamo aspettarci?

Sony Xperia, il ritorno. Ormai è imminente il lancio dei nuovi smartphone della gamma introdotta per la prima volta oltre 15 anni fa. Il modello Xperia X1 risale al 2008. Negli ultimi tempi, poi, per la precisione dal 2019, gli Xperia si erano distinti per l’aspect ratio da 21:9 che qualcuno irrideva parlando di telecomando, ma che in realtà rendeva più maneggevoli e unici nel loro stile gli smartphone prodotti dal gigante giapponese dell’intrattenimento.

Sicuramente non è con questi device che Sony può esaltare i suoi conti, visto che rientrano in una divisione (non sono nemmeno gli unici prodotti che ne fanno parte) che supera di poco l’11% del fatturato totale. E neppure la multinazionale giapponese aspira a dare fastidio in quanto a quote di mercato ai giganti del settore, dato che da almeno un decennio il peso sulle vendite globali è residuale. Restano però, gli Xperia, un prodotto iconico che con questa nuova serie promette di avere imparato da alcuni errori del passato.

Dalle indiscrezioni che circolano in rete sembra, ad esempio, che il formato 21:9, che consentiva di godere al massimo di contenuti cinematografici, sarà sacrificato in nome di una maggiore propensione alla condivisione di contenuti sui social. Di conseguenza il nuovo display, seppure più luminoso, potrebbe non essere più un 4K. Dovrebbero restare le cornici, e quindi niente punch hole, niente foro centrale per la fotocamera anteriore, elemento che, per quanto ci si possa abituare, resta un fattore inestetico su display di altissimo livello come quelli degli smartphone premium e non solo.

Non dovrebbero scomparire né il jack per gli auricolari, né la possibilità di espansione della memoria, caratteristiche ormai molto rare, ma apprezzate, negli smartphone.

Sul versante della fotografia, una feature nella quale Sony intende primeggiare, ci sarebbero dei miglioramenti evidenti per la gamma dinamica. Per la fotocamera principale del flagship Xperia 1 VI dovrebbe essere utilizzato il sensore di immagine Sony Exmor T stacked CMOS* for mobile presente in Xperia 1 V, ma nella sua forma evoluta: LYT800 oppure 808 (usato su OnePlus 12), considerato premium dalla casa giapponese. In ogni caso, non il Sony LYT900 (classificato high-end) presente su due corazzate come Xiaomi 14 Ultra e, a breve, anche vivo x-100 Ultra, che sarà presentato il 13 maggio.

Una novità di cui si parla è anche la presenza, a grande richiesta, di un’unica app per la fotografia e i video, mentre nelle precedenti edizioni, incluso ovviamente Xperia 1 V, erano ben tre: Photo Pro, Video Pro e Cinema Pro. In più Xperia 1 VI potrà contare su una tecnologia capace di seguire i movimenti del corpo umano, mutuata dalla serie Alpha, che consente di mettere a fuoco con precisione i soggetti anche se sono in movimento.

Manca solo una settimana per capire se tutto questa sarà confermato e quali altre sorprese porteranno i nuovi Xperia.

Aggiornato il 12 maggio, ore 11:17

*NOTA:

Un sensore per smartphone stacked CMOS è un tipo di sensore d’immagine avanzato utilizzato comunemente nelle fotocamere degli smartphone moderni. “Stacked” si riferisce alla struttura del sensore, dove i componenti elettronici sono impilati verticalmente in strati sotto la superficie sensibile alla luce. Questo design permette al sensore di essere più compatto e di processare i dati dell’immagine più rapidamente rispetto ai sensori CMOS tradizionali, che hanno una configurazione più piatta.

I vantaggi principali di un sensore stacked CMOS includono:

  1. Maggiore velocità di lettura: I dati possono essere trasferiti più rapidamente dal sensore alla memoria dell’apparecchio, permettendo una migliore capacità di registrazione video ad alta velocità e una maggiore frequenza di scatto continuo per le fotografie.
  2. Miglior gestione del rumore: La struttura impilata aiuta a ridurre il rumore dell’immagine, migliorando la qualità delle foto scattate in condizioni di scarsa illuminazione.
  3. Minore consumo energetico: Grazie all’efficienza del processo di trasferimento dei dati, i sensori stacked CMOS tendono a consumare meno energia, estendendo la durata della batteria del dispositivo.
  4. Maggiore integrazione di funzionalità: I sensori possono includere al loro interno altre funzioni come l’elaborazione del segnale e moduli per l’autofocus, consentendo così ai produttori di smartphone di aggiungere funzionalità avanzate senza aumentare lo spazio occupato dal sensore.

Questo tipo di sensore è particolarmente utile in applicazioni che richiedono alta definizione e velocità, come nei dispositivi mobili di ultima generazione che offrono funzionalità fotocamera avanzate.

N.B. Per la nota mi sono fatto dare una mano da ChatGPT4