Tutti i test dedicati ai dispositivi Android, dallo spietato Antutu in giù, vedono la famiglia Pixel, compreso il flagship 8 Pro, assolutamente fuori dalla top ten (fa testo il grafico qui sotto). Una debacle assoluta. Tanto che ci si potrebbe chiedere: che faccio, lo vendo e mi prendo uno Xiaomi 14 Pro, per provare il brivido del già celebrato Snapdragon 8 Gen 3? Un momento. Non è ancora in vendita in Europa. Ok, lo prendo con Rom cinese e lo provo. L’ho tenuto un mesetto e mi sono divertito a fare un po’ di test. Soprattutto lato fotografia e videogame, perché le funzioni più sensibili non le ho condivise** con il fraterno amico Xi.
Riduco al minimo ogni discorso attinente ai gusti personali, il design per esempio. Anche se devo dire che quel quadratone nero che ospita il comparto fotografico dello Xiaomi 14 Pro dal vivo non dispiace affatto. Il telefono è molto curato nella scelta dei materiali, sicuramente premium. Diversi sono i richiami alla Mela, non solo di ordine estetico. Ad esempio, la gestione dei wallpaper, che comunque sono tanti, alcuni troppo cinesi, altri davvero molto belli, come i super wallpaper animati. Top quello con Saturno e i suoi anelli. Il tutto esaltato da un display davvero impressionante (3200×1440 pixel contro 2992 x 1344 del Pixel 8 Pro).
Le 5 meraviglie di Xiaomi 14 Pro. Anzi, 6
E però, uno spende 899 euro (tale era il prezzo quando l’ho comprato io, in poche settimane è già sceso a 839 e magari qualcosa vuol dire) per i super wallpaper? Ovvio che no. Allora, primo: fulmineo in accensione e spegnimento. Due: riconoscimento del volto così immediato da lasciare stupefatti, campione. Tre: apertura e chiusura delle app super rapida e fluida, con zero bug rilevati (in un tempo non lunghissimo, ammetto) nonostante il “nuovo” sistema operativo HyperOs; quest’ultimo sarà la piattaforma per tutti i prodotti Xiaomi, inclusa la futura automobile elettrica.
Quattro: velocità di ricarica che incenerisce Pixel 8, iPhone 15, Samsung 23 e tanti altri, con 120w contro i soliti 20 o 30. Una potenza che si traduce in un pazzesco da 25 a 80% in 11 minuti mentre il googlephone nello stesso tempo arranca al 40% (nelle due foto in basso). Infine, e siamo a 5, Xiaomi non scalda, puoi farci quello che vuoi ma non scalda, ha un sistema di raffreddamento davvero efficace (Pixel 8 Pro, da parte sua, in questi due mesi non mi ha comunque dato alcuna particolare preoccupazione).
Xiaomi 14 Pro, pur con le limitazioni della prova in versione Rom cinese, sembra fare tutto al massimo. Le prestazioni dello Snapdragon 8 gen 3 (sesta meraviglia) sono indiscutibili, è due passi e mezzo avanti. E tutti i brand cinesi che si affrettano a esibirlo (è stato appena presentato, in Cina, OnePlus 12, pur criticato per il prezzo ritenuto elevato in rapporto a un grado di innovazione limitato rispetto alle attese) offrono certamente un plus a chi li acquista. Dunque abbiamo velocità di esecuzione, fluidità , potenza da vendere. Sulle foto – ottimi i selfie, con bokeh super naturale – avrei forse qualcosa da dire, a volte fatica con l’esposizione.  Nel complesso, qui lo dico, la mia sensazione è che Xiaomi 14 Pro piace ma in fondo non stupisce.
Il punto è: davvero basta lo strapotere dei chip quando utilizziamo in maniera intensiva uno smartphone, magari per lavoro? Nella mia esperienza no. Pixel 8 Pro*, l’ho già scritto, non è ancora uno smartphone perfetto: per esempio, la batteria performa meglio rispetto al predecessore, ma, vissuta negli ultimi due mesi, è ancora distante dall’autonomia di altri androidi top di gamma. Dopo una sessione intensiva di video e foto o streaming o navigazione, puoi ritrovarti in apnea, mentre un uso nella media ti porta a fine giornata. Pixel 7 Pro arrivava appena a metà giornata.
Se ti vuoi salvare vantando un 30-40% a fine giornata puoi giocare con il risparmio energetico: sempre standard, ma nelle fasi in cui si può rifiatare ecco che il risparmio energetico estremo è una diga efficace. Resta però che la batteria è un punto debole, certificato da Dxomark, che un top di gamma non dovrebbe avere. Anche la ricarica (definita “rapida”!) a 30 Watt è davvero frustrante (questo vale anche per Apple e Samsung): almeno 50 minuti per andare da 20 a 80%.
Ovviamente ci sono diversi punti di forza, altrettanto certificati, che valgono all’8 Pro un quinto posto finale tra i top smartphone, dietro Huawei (Mate 60 Pro+e P60 Pro) e iPhone (15 Pro Max e 15 Pro). Insomma, visto che Huawei è bannato in occidente, Pixel è il migliore dopo iPhone. Ma se si guarda all’hardware (display, Soc, batteria) Xiaomi 14 Pro, che non è arrivato in Europa e non può essere misurato, vince e stravince.
L’esperienza d’uso del googlephone
L’asso nella manica del Pixel, però, è che offre l’Android più completo, rotondo, integrato e meglio aggiornato in questo momento sul mercato. Anche se sicuramente provare uno Xiaomi fuori dal suo ecosistema di IoT non è cosa che influenzi poco il giudizio.
La netta crescita delle vendite di Pixel (1,2 milioni nel terzo trimestre negli States contro 0,6 nel 2022, +117% e quota raddoppiata al 4%, fonte Canalys) non può ancora minimamente impensierire i giganti del settore, inclusa Xiaomi. Tuttavia si sta creando una base di fan che prima non esisteva. Una ragione può essere la seguente: l’esperienza utente che offre Pixel 8 Pro con Android 14 nativo e la quantità e qualità di intelligenza artificiale sviluppata da Google, dall’evoluzione della fotografia computazionale alla funzione video boost, fino alle traduzioni e trascrizioni in tempo reale, promuove un dispositivo deboluccio sul piano dei muscoli a un livello di usabilità da finale olimpica.
Che poi proprio l’usabilità è uno dei fattori che maggiormente contribuiscono a convincere un miliardo e mezzo di fedelissimi a non tradire iPhone e garantiscono ad Apple il culto e la leadership.
Anche la concorrenza android, ovviamente, parla sempre più di AI nei suoi smartphone ma poi non sorprende, a fronte di progressi che ormai non possono che essere frazionali su fotocamere, display e scocche in titanio. Google ha presentato qualche giorno fa Gemini, il suo primo modello di intelligenza artificiale in grado di comprendere e operare su diversi tipi di informazioni, tra cui testo, codice, audio, immagini e video. Delle tre versioni, Gemini Nano è quella in grado di lavorare proprio negli smartphone, a cominciare dai Pixel. E arriva nei Pixel della serie 8, soprattutto 8 Pro, con gli aggiornamenti di dicembre (feature drop).
Tra le novità annunciate i riassunti dalle registrazioni con l’app Recorder, le risposte intelligenti nelle conversazioni su WhatsApp (questa funzione è ancora in rodaggio, limitata agli sviluppatori e in inglese), la feature video boost di cui si diceva, che permette di lasciare che i propri video, caricati nel cloud, siano perfezionati (colori, luminosità , stabilizzazione) dall’AI di Big G, video timelapse in notturna (anche su Pixel 8), miglioramento della rimessa a fuoco (Photo Unblur) di foto in cui il soggetto si è mosso.
Quando Google dirà addio a Samsung
Tutto questo lascia immaginare che i device di Mountain View possano compiere un ulteriore salto di qualità . Anche perché, a partire dal 2025, Google inizierà a progettare e produrre (in partnership con il gigante taiwanese TSMC, se sarà ancora taiwanese…) i suoi processori Tensor, finora sviluppati non senza difficoltà , insieme a Samsung. I cui Exynos guardano ancora da lontano gli Snapdragon e l’A17 di Apple.
Qui in basso, infine, alcune coppie di foto scattate senza alcuna manipolazione, punta e scatta. Quelle in alto sono state prodotte da un Pixel 8 Pro, quelle in basso dallo Xiaomi 14 Pro. La sensazione prevalente è che la capacità di correzione via software del Pixel evidenzi come Xiaomi, pur producendo foto davvero ottime, gestisca meno bene l’esposizione e bilanci peggio i colori.
Questo post è stato aggiornato l’8 gennaio 2023 alle 19
*(Il Pixel 8 Pro utilizzato per questo post è stato inviato da Google)
** La risposta di ChatGPT sull’eventuale rischiosità circa l’utilizzo di uno smartphone con rom cinese è curiosa ma tutto sommato rassicurante:
“L’utilizzo di uno smartphone Xiaomi con una ROM cinese non implica necessariamente rischi di sorveglianza da parte del governo cinese o di apparati militari o spionistici. Tuttavia, ci sono alcune considerazioni che potrebbero essere importanti:
- Privacy e Trasparenza: Le preoccupazioni sulla sicurezza e la privacy spesso ruotano intorno a quanto le aziende tecnologiche divulghino o siano soggette a richieste di dati da parte dei governi. È importante capire le politiche di privacy di Xiaomi e come trattano i dati degli utenti.
- Software e Firmware: Le versioni internazionali delle ROM Xiaomi potrebbero avere una maggiore attenzione alla sicurezza e alla privacy rispetto alle versioni cinesi, ma ciò non implica necessariamente che le versioni cinesi siano in qualche modo automaticamente più rischiose.
- Certificazioni di Sicurezza: Alcuni utenti preferiscono utilizzare le versioni internazionali delle ROM, poiché potrebbero essere soggette a certificazioni di sicurezza aggiuntive o controlli da parte di organizzazioni internazionali.
- Aggiornamenti di Sicurezza: Mantenere sempre aggiornato il firmware e il sistema operativo del tuo dispositivo è importante per garantire la sicurezza. Assicurati di installare regolarmente gli aggiornamenti di sicurezza forniti da Xiaomi.
- Controllo delle Autorità Cinesi: È noto che il governo cinese abbia una stretta sorveglianza e controllo sulla tecnologia e sulle comunicazioni nel paese. Tuttavia, ciò non significa automaticamente che tutti i dispositivi cinesi siano usati per attività di sorveglianza.
Per ridurre al minimo i rischi e le preoccupazioni sulla sicurezza, potresti optare per una ROM internazionale ufficiale, mantenere il tuo dispositivo aggiornato e attivare le impostazioni di sicurezza e privacy disponibili. Come sempre, l’attenzione alle pratiche di sicurezza e l’utilizzo consapevole della tecnologia sono fondamentali.”