Cominciamo con l’unboxing: così Xiaomi 14 Pro batte tutti

Ecco Xiaomi 14 Pro, finalmente. Mi limiterò a mostrare una sequenza di foto dell’unboxing del primo smartphone con a bordo lo Snapdragon 8 Gen 3, di cui si si raccontano meraviglie, a leggere i mitici test di potenza di AnTuTu, che posizionano i due modelli, il 14 e il 14 Pro ai primi due posti. Mentre Sony lancia (si fa per dire, provate a trovarlo) l’Xperia 5 V con processore gen 2 e mentre i commentatori bullizzano il Pixel serie 8 per il suo Tensor G3, più riflessivo che potente (peraltro con risultati invidiabili, anche se non on device), la terza potenza mondiale del settore sfodera l’arma di Qualcomm che dovrebbe mettere a tacere la concorrenza.

Sarà davvero così? Xiaomi 13 non mi aveva entusiasmato. Dell’Ultra, che non ho provato, si sono scritte meraviglie. Questo Pro sulla carta dovrebbe dare grandi soddisfazioni sul fronte fotografico.

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Il 14 Pro. Dal sito Xiaomi

Ho ricevuto lo Xiaomi 14 Pro con rom cinese (in Italia è il momento del 13T, la serie 14 si vedrà nel 2024) dall’ottimo dealer Giztop venerdì, in giorni lavorativi 5. Prezzo, 899 dollari. Quindi le prime ore sono servite per iniziare a familiarizzare con la configurazione di un prodotto ricco di menu, basato sul nuovo sistema operativo HyperOS basato su Android14 (che soppianta MIUI) e che essenzialmente parla cinese (per fortuna anche inglese). Ma che grazie alla preinstallazione del play store di Google può diventare abbastanza velocemente uno smartphone equipaggiato di tutte le app necessarie. Per mettere alla prova le ambizioni di un SoC certamente muscolare – che migliora del 100% le prestazioni del predecessore di due anni fa – ma anche pensato essere leader nell’ambito strategico dell’intelligenza artificiale, servirà qualche settimana.

Intanto mi piace mostrare le foto del nuovo Xiaomi (no, non è la versione in titanio presentata da Flossy Carter alla sua maniera su YouTube). Come si noterà la scatola è almeno due volte quelle della concorrenza votate (sembrerebbe) alla sostenibilità, in cui non c’è nulla se non il telefono, un cavetto e qualche foglietto di carta abbastanza inutile.

Prima ancora di aprire il pacco, si sente un oggetto che rotola e ci si chiede cosa possa essere. All’apertura la lieta sorpresa: un adattatore per la potente ricarica da 120 w con spina cinese. Che ha ovviamente il suo cavetto Usb to Usb-c. Il telefono ha già una pellicola a protezione del display, il che ti evita il fastidio di spendere una ventina di euro sia che si tratti di iPhone sia che si tratti di Pixel 8, sia che si tratti di Samsung, che dalla serie S22 ha smesso di fare questa gentilezza ai clienti.

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Debutta il nuovo sistema operativo HyperOS. Dal sito Xiaomi

In dotazione, infine, c’è anche una cover in silicone. Lascia poco spazio alla fantasia ma è color antracite, sobria e con marchio Xiaomi appena traslucido. Il necessario per iniziare a utilizzare il telefono mentre i produttori provvedono. Al momento l’offerta non è vastissima e i tempi di consegna biblici. Quindi, trovare una cover nella confezione è davvero top.

Prime impressioni. Ricarica terrificante: 40% in meno di 10 minuti. Sensazione che avevo già provato con il Nubia Z50 Ultra qualche mese fa. La durata della batteria sembra infinita, ma non ho ancora verificato cosa succede facendo non solo foto, ma anche video. Il display da 6,73″ è un 2k straordinario (WQHD+ 3200 x 1440) ma se proprio si vuole risparmiare batteria si può virare sul full HD+ (2400 x 1080). Si tratta di uno schermo micro quad curved, con una curvatura appena accentuata che corre anche lungo gli angoli. Sfoggia una luminosità mai vista prima, fino a 3mila nit.

Il riconoscimento del volto e dell’impronta digitale sono fulminei, difficile mancare un colpo. Devo ancora capire quanto sia efficiente la connettività.

Il resto alla prossima puntata.

Qui sotto le foto del mio unboxing.