Ora il prodotto c’è ed è, come si dice, “tanta roba”. Lg prosegue con il nuovo G3 sulla strada della conquista di un (possibilmente) ampio posto al sole nel mondo degli smartphone, un difficile percorso iniziato lo scorso anno con il predecessore G2, precursore della nuova rivoluzione coreana.
Il G3 spicca di fronte alla concorrenza per tante piccole e grandi caratteristiche innovative, dall’autofocus laser (unico nel suo genere) il cui sensore apre un ventaglio inesplorato di applicazioni possibili a, soprattutto, al suo display “Quad HD” (quattro volte la risoluzione full hd) con una densità di pixel a livello record: 538 ppi. In una parola: spettacolare. Lo abbiamo visto e lascia senza parole, solo la luminosità non è straordinaria (resta ottima) e non ci sembra al livello dei miglio smartphone con pannelli Super Amoled (uno fra tutti il Samsung Note 3).
Lo schermo dello smartphone coreano è da 5,5 pollici. Praticamente ha le dimensioni di un phablet senza però averne l’ingombro complessiva e la scomodità conseguente. In pratica, grazie al lavoro di limatura dei bordi (e questa è innovazione vera), la superficie frontale resta quella di un grosso smartphone di fascia alta (come il concorrente S5 che però monta un display da 5.2 pollici o l’Htc One M8 che ha “soli” 5 pollici) senza però la scomodità di portabilità dei crossover, veri suv del mondo smartphone, come i famosi Samsung Note. Ed è per questo che il G3 ha di fronte compitore su due segmenti: smartphone e phablet.
Da una prima presa di contatto ci è piaciuta l’interfaccia utente pensata per essere intelligentemente semplice grazie all’eliminazione o all’occultamente delle funzioni non necessarie e non richieste. E molte feature sono ottimizzate sulla base dei feedback di esperienza d’uso degli utenti. La cifra tecnica è di livello alto e allineato ai competitor:
Notevole anche il design che non è rivoluzionario ma è abbastanza personale. Bella la finitura in simil-metallo che offre un aspetto e sensazione tattile di livello premium senza gli inconvenienti dell’alluminio in termini di peso e di schermatura delle radio frequenze
Insomma tutto perfetto? In pratica sì, difficile volere di più sul fronte di hardware, software e prestazioni complessive. Forse qualcuno vorrebbe l’impermeabilità dei Sony Xperia o del rivale Samsung Galaxy S5 Ma allora cosa manca al G3e a Lg per sfondare ed diventare una vera alternativa all’ormai stucchevole duopolio Samsung vs Apple. Semplice: l’immagine di marca che è ancora scarsina nell’ambito dei device mobili. Lg non è certo il primo nome che ti viene in mente se cerchi uno smarphone e neppure il secondo, ma ora con prodotti di questo livello il Chaebol coreano sfodera finalmente gli artigli. I concorrenti sono avvisati: nel mondo degli smartphone la geografia delle quote di mercato può cambiare velocemente. E da questo punto di vista il G3 potrebbe rappresentare quello che il Galaxy S3 rappresentò due anni far per Samsung, cioè la svolta.
Se volete sapere di più sul G3 leggete il pezzo di Gianni Rusconi, ma se cercate invece un confronto tra G3 e i rivali allora potete leggervi la comparativa dei colleghi di Dday