I riflettori sul piccolo ma sempre più globale salone di New York si sono spenti ieri e non sono mancate le novità di peso come il Land Rover Discovery Vision Concept. È un concentrato di idee e di tecnologie che prefigurano il futuro della marca britannica e di un modello chiave, pronto a trasformarsi radicalmente. Lo stile è la sintesi dei modelli Land Rover più recenti ed è scaturito dalla matita di Gerry McGovern. Si notano elementi di continuità con il Discovery attuale come il tetto rialzato per dare più abitabilità ai posti dietro e il portatarga scavato e asimmetrico.
E non sarà più solo un modello ma una intera famiglia di veicoli con un comune denominatore: la tecnologia. Quella di frontiera. Il progetto è una fucina di nuove idee e innovazioni: dopo 25 anni il Discovery da veicolo spartano ed heavy duty si trasforma in chiave hi-tech e premium. E qui le parole chiave sono comandi gestuali, fari laser e remote control. Controllo remoto nel vero senso della parola: con un tablet (o uno smartphone) e una app si può guidare a distanza il grosso Land Rover quasi come se fosse un drone della Parrot. Beh, quasi. Siamo ancora nel campo dei prototipi e degli studi, ma la strada è tracciata e il gruppo inglese punta a un nuovo inizio fatto di software e silicio. E così per chiudere le porte basterà un gesto. Anche per tirar su o giù i finestrini.
I ricercatori di Jaguar Land Rover, guidati da Wolfgang Epple, hanno sviluppato sensori di movimento che riconoscono i movimenti delle mani o delle dita per attivare funzioni come quelle, per esempio, del sistema di infotainment. È una tecnologia che deriva da quella usata in alcuni smartphone e tablet (come i top di gamma Samsung).
Trattandosi di una Land Rover, non possono mancare le tecnologie dedicate al fuoristrada.
Il Discovery porterà al debutto una nuova generazione del sistema Terrain Response che è ormai insito nel Dna della marca inglese. E avrà occhi laser per analizzare il fondo stradale e il terreno. Il rinnovato sistema di controllo intelligente della motricità e dei parametri della vettura avrà nuove capacità come il controllo della trazione sull’erba bagnata, all’assistenza al guado ed all’assistenza allo sterzo a bassa velocità . Il nuovo Terrain Response non solo analizza il tipo di terreno attraversato, rilevando la presenza di neve, ghiaccio, fango, erba, acqua, roccia, solchi, asfalto, ghiaia, sabbia, pendenze, ma agisce in modo proattivo, grazie a un sistema di scanning del terreno attuato via laser e telecamere per «leggere» il fondo e selezionare l’impostazione più adatta a garantire motricità e sicurezza. Ma non solo, questi occhi digitali las valutano la profondità dell’acqua prima di effettuare un guado e così il pilota è informato se il passaggio è fattibile o meno. La tecnologia laser ritorna nei fari che montano diodi a luce coerente, in combinazione con luci diurne con Led tradizionali. In questo modo la portata dei gruppi ottici si estende di altri 300 metri, oltre a quella dei fari convenzionali.
La vera rivoluzione firmata Land Rover dal sapore molto futuristico ma intrigante è però nel parabrezza e nei finestrini e va sotto il nome di Smart Glass, letteralmente vetro intelligente.
Nel Concept Discovery, gli ingegneri della casa inglese hanno immaginato superfici vetrate, soprattutto il parabrezza, che pur rimanendo trasparenti si trasformano in un display che integra le funzioni di visualizzazione di informazioni tipiche di uno schermo con quelle di un Head Head Up Display per generare un’interfaccia grafica tra uomo e macchina che supera quelle del tradizionale cruscotto con display disseminati in plancia. E le possibilità sconfinano nella realtà aumentata con la possibilità di visualizzare la strada sotto il cofano come se l’auto fosse traparente. Per non parlare di finestrini che a mo’ di screen saver creano atmosfere luminose. Ecco la Land Rover 2.0 che parla la lingua dei bit.