Mentre tutti i produttori si affannano nel cercare nuove soluzioni di design Sony con i suoi Xperia da anni si limita al minimo sforzo. Gli smartphone del gigante giapponese sono da tempo tra i più eleganti e inconfondibili. Iconici, si direbbe. Quindi, perché cambiare? I vertici della multinazionale dell’elettronica di consumo e dell’intrattenimento, decisamente più nota per la Playstation, recentemente si sono dichiarati soddisfatti delle vendite del flagship 2023, Xperia 1 V, anche se i risultati finanziari dicono che la divisione a cui fanno capo gli smartphone registra ricavi e utile operativo in calo (anche a novembre, il Q3 2023 è atteso il 13 febbraio). Può essere una questione di prodotto, e siamo qui per parlarne, ma è anche un problema di distribuzione.
Gli Xperia sono difficili da trovare. In Italia, per esempio, il canale ufficiale è Amazon, nei negozi non esistono. Si è anche vociferato, nelle ultime settimane, di un possibile cambiamento radicale nella strategia di Sony per gli smartphone. Perfino di un addio al brand Xperia. Un po’ come se Samsung decidesse di non chiamare i suoi smartphone Galaxy. Vedremo, in ogni caso l’operazione sarebbe audace. Certo è che l’accordo pluriennale del 2023 con Qualcomm per la fornitura dei potentissimi system-on-a-chip Snapdragon, che regalano prestazioni top a gran parte del mondo Android, ha confermato che Sony non intende abbandonare il campo, come ha fatto la coreana LG qualche anno fa.
Uno stile senza tempo, con caratteristiche uniche
Premessa necessaria per raccontare le impressioni sul compatto uscito a settembre, Xperia 5 V, che abbiamo avuto l’opportunità di vedere da vicino, grazie a Sony. Avevamo provato per due mesi, acquistandolo in giugno, il top di gamma 1 V. In questo caso la prova è durata qualche giorno. L’impressione prevalente non è molto diversa, a cominciare dalla confezione francescana: contenitore in cartone, istruzioni su carta, telefono. Fine.
Eppure questi smartphone hanno un plus: sono unici, a cominciare dal form factor che i detrattori definiscono “telecomando”, ma che permette una presa molto più sicura e un uso facilitato con una sola mano. Sono, a mio avviso, più adatti a esperti della fotografia, a content creator che si possono avvalere di caratteristiche hardware ormai introvabili, come il jack per l’auricolare e il carrello per la Sim facilmente estraibile senza il classico spillo, che può ospitare la scheda SD fino a 1 Tera (tanta roba). Nonostante queste due feature il telefono sorprendentemente è certificato IP65-68, dunque resistente all’acqua, perfino all’immersione. Bel colpo.
Poco incline al plebeo punta e scatta
Premetto che Xperia 5 V è anche un telefono (sempre da sottolineare, perché ormai sembra di parlare di macchine fotografiche), quindi 4 e 5G, e ovviamente funziona alla perfezione. In più è sottile e leggero: 182 grammi, rispetto ai mattoni da 250 che vanno per la maggiore. Chiarito questo, perché uno smartphone per esperti? Perché le app per foto e video, regolarmente ribattezzate “pro”, sono adatte a utenti abituati a fare molto, se non quasi tutto, da sé, ignorando il plebeo punta e scatta. La fotocamera anteriore offre 12MP, 1/2,9″. Le due posteriori (formula che mantiene le proporzioni e l’eleganza e non invade il retro del telefono con piani di cottura oppure enormi oblò) prevedono una 48MP principale, 1/1,35″ Exmor T, OIS, e una 12MP ultra grandangolare, 1/2,5″, con autofocus. La funzione scatto multiplo è davvero potente.
Comparto fotografico per esperti
L’app per le foto prevede diverse opzioni. Quella per gli scatti veloci, denominata basic, non sta al passo, però, con il livello a cui è arrivata la fotografia computazionale della concorrenza. La gamma dinamica non è soddisfacente. Mentre utilizzando la programmazione automatica, senza spingersi fino al manuale, si può lavorare su esposizione, Iso e via dicendo, per trovare la soluzione migliore e ottenere degli scatti di alto livello, con colori fedeli alla realtà . Un esercizio che richiede perizia, confidenza con l’interfaccia di una macchina fotografica (in questo caso le eccellenti mirrorless full-frame Sony Alpha) e che non è raccomandabile a chi invece fa della street photography mordi e fuggi il suo cavallo di battaglia.
Quindi sia chiaro, non è certamente l’hardware il problema negli Xperia (anche se in questo caso, per dire, la Ram si ferma a 8 e la memoria a 128 GB). Del resto è Sony a fornire le lenti a mezzo mondo, e qui si trova poi lo stesso sensore del fratello maggiore 1 V. Mi riferisco all’Exmor T for mobile, un CMOS stacked con struttura 2-Layer Transistor Pixel, in grado di catturare molta più luce rispetto ai sensori di precedente generazione. Xperia 5 V perde però il teleobiettivo, perché secondo Sony la fotocamera principale sarebbe in grado di garantirne una versione digitale di qualità perfino migliore. Mi permetto di dissentire, le zoomate non sono il punto di forza di questo smartphone.
In fin dei conti con Xperia 5 V i risultati migliori si ottengono con i panorami in pieno giorno, discretamente con i ritratti bokeh (purché ci sia una buona luce) e nelle foto di interni e di notte, in condizioni di scarsa illuminazione. Ottima la qualità dei video, con velocità fino a 4K 120fps, e ottimo l’autofocus.
Il display dà parecchia soddisfazione, l’audio anche
Questo smartphone è eccellente, per chi scrive, sotto il profilo del design senza tempo e della robustezza. Il corpo è in alluminio con una doppia protezione anteriore e posteriore in Gorilla glass Victus 2. Il display (Oled 21:9 da 6,1 pollici, HDR) è tra i migliori in circolazione nella sua categoria (1080 x 2520 pixel, quindi FHD+ e non 4K come quello del Xperia 1 V) e si esalta se si vuole vedere un film, grazie anche agli altoparlanti stereo frontali. Per inciso, l’audio immersivo offre davvero un’esperienza di alto livello, idealmente con cuffie o auricolari Sony bluetooth (un po’ cari perché ottimi), la cui app con equalizzatore permette di personalizzare al massimo l’ascolto.
Più cornici ma zero fori: voi da che parte state?
Torniamo al display. La frequenza di aggiornamento è all’altezza della concorrenza, con un massimo di 120 Hz. All’aperto la luminosità arriva fino a 1.000 nit, il che garantisce un’ottima visibilità in gran parte delle condizioni. Le cornici sono un po’ più spesse che in altri telefoni ma io resto convinto che nascondere la fotocamera anteriore e offrire un display immacolato senza fori, libero da qualsiasi isola dinamica o foro, sia una scelta che anche gli altri produttori dovrebbero sposare.
I fori nel display sono quanto di più deprimente ci sia a fronte di schermi sempre più sbalorditivi. Al momento soltanto Nubia propone questa soluzione, con un foro immerso nel display, ma ne risente la qualità dei selfie e dei video con fotocamera anteriore (egoisticamente me ne faccio una ragione).
Ti riconosce senza particolari affanni
Voltiamo pagina. Resta curioso il fatto che Sony insista nel dotare i suoi Xperia di riconoscimento con impronta digitale su un pulsante laterale. Nella mia esperienza nulla da ridire, tutto preciso e veloce (evidentemente non tento di farmi riconoscere dal telefono, come altri, dopo avere mangiato una fügassa genovese a mani nude), ma quando sono tornato a uno smartphone con riconoscimento facciale, lo ammetto, ho tirato un sospiro di sollievo.
La batteria è un punto di forza
Davvero super la batteria da 5.000 mAh, che non è assolutamente da dare per scontata in un telefono così compatto. L’autonomia ne trae vantaggio, perché si può arrivare anche al giorno dopo, se non si indugia in lunghe sessioni di gioco (perché giocare su un elegante Xperia?), che consumano anche 5 o 6 volte più della semplice navigazione web e finiscono per alzare ai limiti la temperatura del dispositivo. Il punto è la ricarica.
Se ci si procura in rete il caricabatterie Sony da 30 Watt (comunque 30 Watt è il massimo consigliato) e se non si scende sotto il 20% per arrivare a 80 (in modo da non stressare la batteria) servono circa 50 minuti. Per il 50% mezz’ora. Gli stessi tempi dei big, non dei cinesi con bombe da 120 Watt. P.s. Il caricabatterie Sony, che come tutti questi prodotti non ha un nome ma una sigla incomprensibile, XQZ-UC1, è sul sito Sony Italia da parecchio tempo con la dicitura “presto in vendita”. Consiglio di cercare altrove.
Solo due anni di major update Android
Lato software Xperia 5 V offre un’esperienza di Android praticamente stock, tranne che nelle opzioni multitasking e in alcune app proprietarie che dovrebbero essere un po’ aggiornate nel design. Soltanto due gli aggiornamenti major update assicurati (almeno per ora), quindi, visto che in questo caso partiamo da Android 13 e il 14 è già in attività non resta che il 15 in arrivo in autunno. Non sono un fan dei 7 anni garantiti da Google e Samsung (in media uno smartphone viene cambiato ogni 3-4 anni, tranne nei casi di dipendenza patologica come il sottoscritto), ma 2 è troppo poco, sinceramente.
E il prezzo? Non è per tutte le tasche
Eppure, una caratteristica degli smartphone Xperia è che non perdono valore rapidamente. Questo vuol dire che nuovo, anche a oltre 4 mesi dal debutto, Xperia 5 V nero si trova a 990 euro, ma se è blu supera di poco i mille euro. Sacri misteri del mercato. Diciamocelo: molto premium rispetto a una concorrenza di fascia media (anche se il vero medio di gamma Sony è l’Xperia 10 V: stesso display e audio del 5 V, stessa batteria, 8-128, 4G e 380 euro). Certo, il processore del 5 V è un signor Snapdragon 8 Plus Gen 2, non rischiate di incappare nell’Exynos. Ma le alternative dotate di Tensor G3 o Mediatek Dimensity 9200 sono ottime per chi fotografa in relax. Se poi volete la cover originale Sony (bellissima, super stilosa) fanno altri 38 euro! Per fortuna non mancano le scelte alternative più economiche.