A una settimana dal debutto dare un giudizio è un po’ presto, lo so. Ma sono tornato a usare quotidianamente un Google Pixel Pro e, vado subito al sodo, non mi accorgo di averlo fra le mani. Ergo, direi che funziona molto bene. Cosa conta di più in uno smartphone? Io credo l’usabilità , quanto questo oggetto che si è preso la nostra vita è in grado di restituircela, almeno in parte. Il Pixel 8 Pro è davvero facile da usare, a cominciare dalla configurazione. Tutto fluisce (il passaggio ad Android 14 non crea alcun problema, anzi), al punto che potrebbe convincere perfino qualche adoratore o adoratrice dell’iPhone a farla finita con i progressi millimetrici del telefono migliore ma forse più noioso, e più caldo, di sempre (l’ho detto). Calma, però, non siamo ancora alla perfezione.
Sul fronte hardware sono stati fatti passi in avanti, senza esagerare con le differenze dal predecessore. Le dimensioni sono praticamente le stesse, millimetro più millimetro meno. Il nuovo display super Actua, finalmente piatto, è sempre da 6,7 pollici ma ha nominalmente qualcosina in meno: 1344 x 2992 pixel contro 1440 x 3120 pixel e 489 ppi contro 512. La densità dei pixel (ppi: pixel per inch, pollice) conta, perché determina la qualità dell’immagine. Per capirci, il display Super Retina Xdr Oled di iPhone 15 Pro Max (6,7 pollici) tocca i 1290 x 2.796 pixel a 460 ppi. Il display Dynamic Amoled del Samsung S23 Ultra (6,8 pollici) vanta 1440 x 3080 pixel e 500 ppi.
Il salto in avanti del display: molto più luminoso
Se il nuovo display ha qualche pixel in meno, la luminosità fa giustizia e lo rende abbagliante, perché si sale a 1.600 nit (con un picco di 2.200), alla pari con i top di gamma di Samsung o Apple e il 42% oltre il Pixel 7 Pro (1000-1.500). La frequenza di aggiornamento del super Actua, che è un Oled Ltpo (permette un significativo risparmio di energia) va da 1 a 120 Hertz, in linea con i migliori. Ovviamente più luminosità si traduce in maggiori consumi, ma per limitarli si può sempre optare per un passaggio dalla massima all’alta risoluzione (1008×2244).
Il salto in avanti di cui ci siamo accorti (non era difficile) lo ha verificato DxOMark, il sito francese che misura scientificamente le performance dei device. Ebbene Pixel 8 e 8 Pro, per il momento, hanno sbaragliato la concorrenza proprio sul versante del display che ha ottenuto il giudizio più alto tra i tutti gli smartphone in circolazione, compresi i top di gamma. Alle spalle del nuovo leader della classifica troviamo i migliori di Samsung, Honor e Apple con il nuovissimo iPhone 15 Pro Max. Pixel 8 Pro è nuovo numero due per la performance dell’audio, alle spalle del concorrente della mela morsicata.
La fotocamera anteriore è quasi sovrapponibile, 10,5 contro 10,8 Mp, ma ha la messa a fuoco automatica. Qualcosa è cambiato tra le fotocamere principali, anche se i critici più severi dicono “non secondo le attese”. Un nuovo obiettivo ultrawide da 48 Mp (erano 12 sul 7 Pro) consente la messa a fuoco macro. La nuova fotocamera principale grandangolare da 50Mp (che troviamo anche sul Pixel 8) secondo Google sarebbe capace di catturare il 21% di luce in più rispetto a Pixel 7 e 7 Pro. Anche se il sensore non sarebbe l’Isocell Gn2, capace di assorbire più luce in condizioni di scarsa luminosità , presentato da Samsung non ieri ma nel febbraio 2021.
Il sospettato numero uno, dopo mesi di indiscrezioni, sarebbe l’Isocell Gnv, altro sensore da 50 Mp di Samsung, in uso di diversi device android nell’ultimo biennio. Ad esempio nel Vivo X80 Pro, lanciato a metà del 2022. Ne ha scritto il sito 9to5Google utilizzando come fonte anche Kimovil, sito che compara smartphone e menziona l’Isocell Gnv anche per Pixel 8 e 8 Pro, ma non è chiaro da dove provenga. Infine la fotocamera da 48 Mp con teleobiettivo (non c’è sull’8), che sostanzialmente non cambia: zoom ottico 5x e zoom ad alta definizione fino a 30x.
Riflessioni opportune, ma per nerd. Alla fin fine tutto questo è meglio? Peggio? Troppo poco? Per quel che ho potuto vedere in questi primi giorni di uso, i risultati sono eccellenti. Per l’uso che fa di uno smartphone il 90% delle persone il Pixel 8 Pro supera le incertezze del 7 Pro e dà le risposte che attendevamo, mostrando evidenti progressi: è molto reattivo, non sembra avere punti deboli, fa video e foto punta e scatta eccellenti (più luminose e meglio definite del 7 Pro) con una serie di opzioni facili, dalla modalità ritratto alle macro, dall’esposizione lunga al panning.
Tra l’altro con Pixel 8 Pro sono state presentate diverse nuove funzioni interessanti e divertenti, tra cui scatto migliore (per carpire l’espressione meglio riuscita nelle foto di gruppo), magic editor, foto nitida e anche i nuovi controlli Pro (che peraltro funzionano anche sul Pixel 7 Pro). La risposta a tutto questo è negli elementi in cui ci si aspetta che Google si avvantaggi nei confronti della concorrenza: il software sviluppato a Mountain View, Android, con l’apporto decisivo dell’intelligenza artificiale. L’esordio di Android 14 sui Pixel sembra ottimo sotto molti aspetti. Tra cui la durata della batteria, di cui dirò più avanti.
Pixel 8, Tensor G3 e il ruolo dell’intelligenza artificiale
Al cuore di tutto c’è l’impegno di Google sul versante AI, che può anche dilettare i patiti dei wallpaper, gli sfondi, visto che per cambiarli esiste un’opzione che stimola la creatività , con ennemila varianti. Il cuore del telefono è il nuovo processore proprietario sviluppato in collaborazione con Samsung, il Tensor G3, che lavora con il chip di sicurezza Titan M2 per rendere il device meno vulnerabile agli attacchi. Gli amanti delle competizioni si sono giustamente precipitati a misurarne le prestazioni.
Il risultato è che Tensor G3 sarebbe inferiore al Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2, che troviamo nei top di gamma Android di quest’anno. Anzi, il chip di Google – che comunque non è stato dichiaratamente progettato per essere una Ferrari ma per puntare con molta maggiore decisione su AI generativa e machine learning (con diverse declinazioni, tra cui le traduzioni e l’operatività intelligente dei nuovi auricolari Pixel Buds Pro) – sarebbe paragonabile allo Snapdragon 8+ Gen1, che ha quasi un anno e mezzo.
Ok, ma è provato dai diversi benchmark che Tensor G3 ha fatto notevoli passi in avanti anche sul versante della potenza. Non mette Pixel alla pari con con iPhone 15 Pro o Samsung S23 Ultra ma progredisce in maniera evidente. Devo dire che l’occhio umano non nota la differenza e apprezza soprattutto le declinazioni smart. Comunque, ho provato ad avviare in contemporanea Pixel 8 Pro e un competitor top di gamma equipaggiato con Snapdragon 8 Gen 2 e ha vinto chiaramente Pixel. Il telefono, inoltre, nell’uso quotidiano (non passo ore con i videogiochi) non ha perso una battuta e non ha scaldato mai, come succedeva con il Pixel 7 Pro. Segno che l’abbinata Tensor G3-Android 14 è partita bene. Vedremo in un’altra recensione, fra qualche settimana, di dare un giudizio più dettagliato.
Attenzione: Pixel 8 Pro ha perfino dei difetti
Infine due difetti, dopo il primo rapido esame. Piccoli o grandi, giudicate voi. Il primo è il sensore per il riconoscimento dell’impronta digitale sul display. Non sempre istantaneo. Pare che non sia stato aggiornato da ottico a ultrasonico e, nel caso, si vede. Il riconoscimento del volto, al contrario, è fulmineo e mette a posto le cose. Il secondo problemino è la velocità di ricarica. Anzi, la lentezza di ricarica. Google è rimasta ferma ai 30 Watt (Apple fa anche peggio). Quindi, è vero che in mezz’ora si arriva a metà del lavoro. Ma 55 minuti per passare da 25% a 80% in modalità ricarica rapida pare eccessivo.
La migliore novità , però, è che la batteria da 5050 mAh dura tutto il giorno senza eccessivi patemi. Magari non proprio le 24 ore dichiarate da Big G, quindi, ma sicuramente siamo di fronte a un bel progresso. Una buona notizia, insomma, dopo i dolori patiti con il Pixel 7 Pro ancor più che che con il 6 Pro.
(Il Pixel 8 Pro utilizzato per questo post è stato inviato da Google)
P.S. Una bibbia dell’elettronica di consumo come Android Authority ha fatto notare che Google si è dimenticata di equipaggiare la serie 8 con il ray tracing. Si tratta di una funzione di rendering grafico che può riprodurre riflessi, ombre, rifrazioni. Ha la sua importanza soprattutto nei videogiochi, come si può intuire. Il ray tracing necessita di specifico hardware, che nella serie 8 dei Pixel pare non ci sia. Per i patiti dei videogames, quindi, questa mancanza potrebbe orientare la scelta verso la concorrenza. Anche perché la generosa promessa da parte di Google di aggiornamenti per 7 major update (quindi le prossime 7 versioni di Android, diciamo 2030, quando chissà se useremo ancora gli smartphone) in questo caso avrebbe meno senso.
P.P.S. I Pixel 8 sono in vendita non solo sul Google Store ma anche su Amazon e, per la prima volta in Italia, anche in negozi Unieuro e Vodafone
(Post aggiornato venerdì 13 ottobre)