Una volta, per lungo tempo, le automobili e le moto si mettevano in moto con la manovella. Proprio cento anni fa nacque primo motorino di avviamento per autovetture . Lo realizzò la Bosch aprendo cosi il sipario su una nuova era che ha reso l’utilizzo dei veicoli più pratico, comodo e sicuro.
Non era raro, per l’automobilista, procurarsi delle ferite manovrando la manovella di avviamento. Un problema, questo, che avrebbe potuto seriamente limitare la diffusione dell’auto. I proprietari di allora – prevalentemente benestanti – che decidevano di rinunciale allo chauffeur per il piacere della guida chiedevano dunque alternative più comode e sicure. Un motorino elettrico di avviamento poteva essere azionato comodamente e nella massima sicurezza con un comando a pedale o un pulsante.
 Avviare a mano i grossi e pesanti motori di inizio ‘900 era, infatti, molto faticoso e c’era anche il forte rischio che la manovella potesse sfuggire dalle mani, girare a vuoto o trasmettere contraccolpi causando seri danni all’automobilista. L’alimentazione del motorino elettrico di avviamento proposto da Bosch derivava dalla batteria, parte integrante del sistema d’illuminazione che la stessa Bosch aveva lanciato solo poco prima. Mentre i primi motorini pesavano quasi dieci chili e sviluppavano potenze non superiori a 0.6 kilowatt, gli attuali avviatori pesano tra 1.9 e 17 kg e coprono un ‘range’ di potenza tra 0.8 e 9.2 kilowatt, dimostrando i progressi fatti da questo componente.
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