Non può che destare massimo dispiacere la caduta di Nokia in mano americana. Beninteso non che prima, dal 2011 a oggi, non fosse già una provincia dell'impero di Microsoft con tanto di Ceo, Elop, che proprio da Microsoft proveniva e che a Redmond ora ritorna dopo aver conquistato la preda per 7 miliardi. Che fine farà Nokia? Nessuno può dirlo, qualche chanche per rinascere c'è, soprattutto se i signori di Microsoft che però hanno una lunga esperienza di flop nei device (dal ridicolo lettore Mp3 Zune al più recente buco nell'accqua fatto con i tablet Surface Rt) eviteranno di inglobare interamente Nokia (e il bel brand Lumia). Dovrebbero forse fare come hanno fatto con Skype (che non è del tutto percepita da fuori come Microsoft) o seguire le strategie messe in atto con Xbox che piace perché è un brand a parte ben distinto. Di certo uno smartphone con il marchio Microsoft sulla scocca difficilmente potrebbe essere considerato "cool"
Insomma, speriamo che un minimo di Dna europeo resti. Nokia era l'ultimo baluardo dell'elettronica di massa del vecchio continente. Ed è scontata l'amarezza per chi come me è cresciuto con l'idea che i televisori fossero tedeschi e che la musica digitale con la M maiuscola fosse quella prodotta da un lettore Cd Philips e che il telefonino dovesse essere Nokia. E in preda a una nostalgia tecnolgica intanto apro il cassetto dei ricordi e trovo un oggetto: un mini tablet. SI chiama Internet tablet N800. Lo costruiva Nokia e correva l'anno 2006. Quanto era avanti Nokia! Quante idee sperecate e non sviluppate nella sua storia più recente.