Rivoluzione S8: anche Samsung uccide il Jack delle cuffie (e il tasto Home)

Via il jack della cuffia e via anche il pulsante home. Sono queste i due elementi che Samsung ha deciso di rivoluzionare, anzi di sacrificare sull’altare dello stile, nel prossimo Galaxy S8 che dovrebbe debuttare a primavera in due versioni con display a filo della carrozzeria da 5.1 e da 5.5 pollici (anche se nelle settimane passate ci sono state voci di schermi da 5.9 pollici che potrebbero fare la gioia degli orfani del Note 7).

La casa coreana dunque avrebbe deciso di far fuori sia il tasto home sua il jack da 3.5 millimetri. Due scelte che faranno discutere e anche infuriare i fan della marca. 

L’eliminazione del tasto home offre il vantaggio della riduzione delle cornici a beneficio esclusivo del design e del contenimento degli ingombri ma creerà non poco sconcerto negli utilizzatori dei Galaxy che si troveranno a doversi adattare a un’interfaccia utente diversa.

L’eliminazione del jack come ha fatto Apple con iPhone 7 invece ci pare del tutto insensata. Anzi ci sembra l’ennesima mossa di una Samsung che non riesce a non inseguire Apple anche nelle sue scelte più discutibili come per esempio l’eliminazione dello slot per schede di memoria microSd negli S6 (per poi fare retromarcia con S7) o la scelta disgraziata della batteria non rimovibile che peggiora la vita agli utilizzatori ma che permette di creare oggetti stilosi. Insomma ancora una volta Samsung sembra preferire la forma alla funzione e potrebbe costringere milioni di utilizzatori a usare adattori Usb C to Jack per le cuffie.

E su questo punto sposo interamente  quanto sostiene Massimo Morandi su Cellulare Magazine. Morandi infatti sostiene che: 

“L’abbandono del jack da 3,5 mm farebe discutere a lungo. Perché non porterebbe alcun beneficio visibile e verrebbe interpretata solo come una mossa per seguire le (poco condivisibili) strategie di Apple”.

Eppure Samsung avrebbe dovuto fare tesoro della brutta esperienza del Note 7 le cui esplosioni con tutta evidenza erano il frutto di un “design aggressivo” che ha privilegiato il design (e il marketing) rispetto all”ingegneria.