Honor Magic 7 Pro alla prova: AI, design, durata. È lui il top?

Honor Magic 7 Pro si presenta a colpo d’occhio come un vero flagship. Linee eleganti, morbide e più piatte rispetto al modello precedente. E un camera bump o “squircle”, un po’ quadrato un po’ cerchio, come lo chiama Honor, che alloggia le tre fotocamere e alcuni sensori (sensore di profondità, il sensore per esposizione e bilanciamento del bianco e il flicker sensor per correggere gli sfarfallii) meno sporgente rispetto a quello del predecessore. E meno scolpito. Ne deriva un grip migliorato, il telefono è meno soggetto a tocchi accidentali e l’uso quotidiano diventa più comodo. In mano, il Magic 7 Pro è ben bilanciato e non stanca, dimostrando come Honor abbia trovato un buon compromesso tra eleganza e praticità.

Materiali e resistenza. Il dispositivo, davanti, è protetto dal NanoCrystal Shield, tecnologia esclusiva del produttore di Shenzhen. Honor promette una resistenza alle cadute dieci volte superiore rispetto al vetro standard. Il retro, anch’esso in vetro, è setoso e piacevole al tatto. Non trattiene le impronte, dettaglio che non guasta.

Verrebbe quindi di non utilizzare, finalmente, una cover di protezione (quelle per i telefoni cinesi non sono quasi mai bellissime e quella della casa, secondo alcuni clienti sul sito italiano, non era disponibile a tre mesi dal lancio). Ma il dubbio che una caduta possa procurare un graffio, o peggio, spinge a essere prudenti. Del resto è la stessa Honor, in una nota, a raccomandarsi: “Essendo un dispositivo elettronico di precisione, il telefono è comunque a rischio di danni dovuti a cadute. Si prega di prestare attenzione per evitare cadute e collisioni”. Ecco. Certezza: il device resiste ad acqua e polvere (è IP 68 e 69).

Magic 7 pro

 

Display e sicurezza. Il display OLED LTPO da 6,8 pollici è uno dei punti di forza del Magic 7 Pro, anche se non si tratta di un QHD+ ma di un FHD+. Il pannello è di eccellente qualità e l’ottimizzazione lo pone sullo stesso piano dei migliori di questa categoria. Ho messo accanto, al massimo della luminosità, Honor Magic 7 Pro e OnePlus 13 (QHD+), con lo stesso sfondo, e francamente non ho apprezzato alcuna differenza. Con una risoluzione di 2.800 x 1.280 pixel, e supporto a Dolby Vision e HDR Vivid, si viaggia in prima classe. In più, si risparmia batteria. La frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz rende l’esperienza di navigazione e gaming fluida e appagante.

Notevole la presenza di una pillola frontale e non di un notch (un foro), che ospita lo sblocco facciale 3D, unico tra gli smartphone Android recenti. Una sicurezza in più per accedere alle app bancarie. Il riconoscimento è fulmineo da ogni angolazione, anche nella penombra. Lo sblocco con l’impronta digitale è altrettanto immediato.

Sistema operativo e AI. Sorvolo sul chipset, perché quest’anno quasi tutti i flagship android volano con Snapdragon 8 Elite. Magic 7 Pro gira su Magic OS 9, basato su Android 15. L’esperienza software è stata molto migliorata rispetto al passato. Innanzitutto ho trovato davvero facile copiare un altro smartphone in mio possesso con la funzione Device Clone. Ho ritrovato le app raccolte nelle cartelle e nella stessa posizione, mentre i widget ho dovuto riposizionarli. Bloatware ridotto al minimo, fluidità assoluta e, in più, la recente promessa di sette anni di aggiornamenti di sistema, come le serie Pixel 8 e 9 di Google o S24 e S25 di Samsung. Un salto notevole rispetto alle generazioni precedenti. E ben oltre la richiesta di cinque anni delle nuove regole europee, che entreranno in vigore da giugno.

Vedremo se il produttore cinese adeguerà la sua politica alle indicazioni di Bruxelles anche per la fascia media ed entry-level, dove ci si risveglia dal sogno con 2 anni di major update (aggiornamenti Android) e 3 anni di patch di sicurezza. In fondo, è come sostenere che chi può spendere oltre mille euro può cullare il suo device a lungo, mentre chi ha un budget inferiore deve cambiarlo più spesso. Così è, se vi pare.

Ma torniamo al software. Per chi arriva da altri brand, compreso il sottoscritto, MagicOS 9 può risultare inizialmente meno intuitivo. A me piace ordinare le icone sul display e armonizzarne il colore. Ho dovuto applicarmi un po’, ma il risultato finale non mi ha deluso. Un po’ meno bene per le notifiche con le icone troppo colorate e che non ho saputo modificare. Nulla di grave, essendo solo una prova. Le funzioni proprietarie di intelligenza artificiale (AI) rappresentano il cuore pulsante di questo dispositivo. Spiccano Yoyo Agent (non amo gli assistenti, ammetto di non essermi spinto oltre), AI Notes, AI Document, Traduzione AI (per traduzioni simultanee o durante delle call) e AI Magic Photo Editor per ritoccare le fotografie.

Honor Magic 7 Pro

Cercare un oggetto con Magic Portal

Con Magic Portal è possibile cerchiare un contenuto (con la nocca, strano per chi arriva dal Google Pixel) e trascinarlo verso una barra laterale intelligente, suggerendo le app più pertinenti. Questa funzione velocizza l’interazione quotidiana tra contenuti e app. Interessante. Magic Capsule funge invece da centro notifiche intelligente. Insieme ad AI Notes e AI Document rende il Magic 7 Pro uno strumento di lavoro potente.

Spicca poi la funzione AI Deepfake Detection, che serve a svelare se le persone che videochiamano sono proprio quelle che dicono di essere. Sarà operativa tra qualche settimana, a più di tre mesi dal lancio di metà gennaio.

Autonomia. La batteria al silicio-carbonio di terza generazione è da 5.270 mAh nella versione europea e 5.850 mAh in quella cinese. La ricarica cablata è a 100W (circa 33-36 minuti per una ricarica completa), mentre quella wireless arriva fino a 80W (completamento in circa 50 minuti). In molti si sono lamentati del fatto che la batteria cinese sia più capiente di quella global (ma, in fondo, anche quella del Magic 6 Pro lo era). In realtà la chimica silicio-carbonio e il sistema operativo assicurano delle prestazioni di alto livello. Con questo device, in condizioni di utilizzo normale, si può superare la boa della giornata. Altrimenti potrebbe essere necessario ricaricare il dispositivo durante il giorno, specialmente se si utilizzano funzionalità che consumano molta energia come il gaming o lo streaming video.

Fotografia: ottime potenzialità nel segno della continuità: i sensori – Omnivision e Samsung – non sono sostanzialmente cambiati rispetto al predecessore. L’Honor AI Falcon Camera System è composto da una fotocamera principale da 50 MP con un sensore da 1/1.3” (9,6 mm di diametro contro i 16 di un sensore da un pollice, top della categoria, come in Xiaomi 15 Ultra), da una ultra-wide da 50 MP, ma soprattutto daa un tele periscopico da 200 MP con zoom ottico 3X (sensore da 1/1.4″ ). Buona resa alla luce del giorno – tra il 2x e il 6x i migliori risultati – e belle anche le foto notturne.

L’AI ha un ruolo predominante. Spiega il produttore: “Magic7 Pro integra l’AI Honor Image Engine – il primo sistema di imaging mobile del settore con intelligenza artificiale ibrida (dispositivo-cloud), fornendo agli utenti un’esperienza fotografica sofisticata e intelligente”.

Attenzione, le foto in generale sono di ottima qualità, con colori brillanti e fedeli. A patto che non si entri nel magico mondo del tele, molto spinto dal marketing di Honor: il risultato, sulle zoomate più audaci, lascia perlessi, con scatti che assomigliano più a dei dipinti. Meglio non pensare, quindi, di avere tra le mani un vero teleobiettivo da safari fotografico.

Divertente la feature AI Motion Sensing Capture, che serve a fotografare soggetti in movimento. In sostanza chiunque può fermare con i suoi scatti persone, animali, macchine, bici e quant’altro senza doversi impegnare in uno scatto manuale, che richiede una discreta expertise. L’efficacia è direttamente proporzionale alla distanza o allo zoom utilizzato. Meglio essere più vicini se si cerca maggiore nitidezza. Ma tutto sommato queste sono immagini destinate alla condivisione e non al poster in camera.

Magic 7 Pro

Prove con AI Motion Sensing Capture. Giostra in movimento, cane in basso a destra anche (foto dell’autore)

Più in generale un uso così potente dell’AI porta a chiedersi: serve massima aderenza al reale per condividere un’emozione? O basta un’immagine verosimile?

Video e audio. I video in 4K soddisfano le legittime attese nel confronto con i migliori. Gamma dinamica ottima e buona stabilizzazione. Quanto all’audio stereo con subwoofer integrato è davvero di alto livello, potente, uno dei migliori del segmento, eccellente per gaming e streaming.

E quindi, Honor Magic 7 Pro è un flagship completo, adatto a chi cerca tecnologia avanzata e durata nel tempo. Con sette anni di aggiornamenti software garantiti, diventa una scelta lungimirante, pur lasciando qualche margine di miglioramento sul fronte della naturalezza fotografica e dell’interfaccia utente. Prezzo? Sul sito Honor da 1.299 (molto, ma ci sono anche il caricatore da 100W, il case e una garanzia totale di 6 mesi) può diventare 999 euro (colore lunar shadow grey, senza gli optional), con memoria 12+512. Ultima cosa: doppia sim fisica oppure sim + e-sim per chi ne ha bisogno in viaggio.

Magic 7 Pro

Zoom AI tra 10 e 100x

Top ten o no? In definitiva, Honor Magic 7 Pro merita sicuramente di entrare nella top ten dei migliori smartphone di ultima generazione, grazie al design migliorato, ai materiali, al display e ai progressi nelle funzionalità AI. Le stesse funzionalità AI che forse dominano in maniera eccessiva sul versante della fotografia. Lato hardware, a parte l’aggiornamento naturale del chipset, non ci sono state novità sostanziali.