In pochi avrebbero scommesso nel 2018, quando Samsung presentò il suo primo smartphone pieghevole, che per questa nuova famiglia di device ci sarebbe stato un futuro. Molto pesanti, intorno ai 280 grammi. Enormi una volta aperti, circa 14 centimetri in larghezza. Esteticamente discutibili, per via delle cerniere dalla chiusura ancora imperfetta. Qualità delle fotocamere inferiore alle versioni top tradizionali. E davvero molto costosi, 2mila euro il primo Galaxy Fold. Tra l’altro la partenza non fu brillante: si manifestarono gravi problemi allo schermo sui primo modelli in prova e il debutto sul mercato del nuovo device coreano ritardò di alcuni mesi.
Da allora, a parte l’appartenenza al mondo Android, molto è cambiato. La percezione della clientela più affluent, per cominciare, che sembra accettare l’idea di spendere sempre di più per uno smartphone diverso dal solito. Che l’oggetto in tasca si senta, eccome, non pare essere un problema (i telefoni enormi andavano molto solo in Asia, oggi non più). E poi negli ultimi quattro anni i prezzi dei top di gamma tradizionali sono saliti fino praticamente ad allinearsi, nelle configurazioni più performanti, a quelli delle versioni pieghevoli, che di display ne hanno due. Una volta l’argine erano i mille euro. Apple e Samsung hanno rotto gli argini e vedremo se non si adeguerà anche Google. Oggi un iPhone 14 Pro con memoria da 1 Tera costa poco meno di 2mila euro. Un Samsung S23 Ultra da 1 Tera e 12 Giga di Ram 1899 euro. Siamo quindi quasi sullo stesso livello del Samsung Z Fold 4, 2249 euro nella versione da 1 Terabyte, 1999 in quella da 512 e 1879 in quella da 256 (prezzi di lancio), che però ha un display interno da quasi 8 pollici e uno esterno da 6,2.
Un’opzione più avvicinabile è l’Oppo Find N2, sul mercato europeo da marzo: parità di ottime prestazioni (dai display alla fotocamera, alle prestazioni, allo spessore, fino alle cerniere molto innovative) scende intorno ai 1500 euro. L’ultimo arrivato è l’Honor Magic Vs, lanciato sei mesi fa in Cina e per questo con qualcosa in meno della concorrenza in fatto di dotazione hardware. Il foldable della casa un tempo sotto l’ombrello di Huawei è addirittura più grande dello Z Fold 4, ma non ha suscitato l’effetto wow del top di gamma che lo ha preceduto, il Magic 5 Pro.
Tutto qui? Macché. Il 2023 porterà in vetrina molti altri modelli. Dalle nuove versioni dei foldable di Samsung, lo ZFold e lo ZFlip (arrivati alla quinta generazione) all’imminente lancio del pieghevole di Google, un debutto assoluto. Il gigante di Mountain View ha appena diffuso le immagini del nuovo nato (che mostra delle cornici importanti), senza precisare le specifiche. Ne sono trapelate alcune: display esterno da 5,8 pollici che con l’apertura si trasforma in un display interno da 7,6.
Quanto al processore nessuna novità rispetto al Pixel 7 Pro uscito a ottobre 2022, sarà il chip proprietario Tensor G2 (studiato con Samsung). A proposito della cerniera Google ha promesso che sarà “la più durevole su un pieghevole”. Una bella sfida. Si saprà tutto il 10 maggio durante il keynote della conferenza Google I/O 2023, alle ore 19 italiane. Con il Pixel 7a, il Fold, prezzo atteso 1700 dollari, andrà ad arricchire la gamma di Google, che da un paio d’anni ha cambiato strategia puntando forte sui device, per diversificare un modello di business troppo legato all’advertising.
Tra gli altri modelli in preparazione, ma senza tempi definiti, il foldable di OnePlus e il Moto Rizr di Motorola, uno smartphone estensibile, rollable, presentato in forma di concept all’MWC 2023.
Come si diceva, i pieghevoli sono maturati e attraggono sempre maggior clientela nonostante il prezzo. Il mercato è in netta crescita restando pur restando, proprio per il prezzo, una nicchia dorata. Secondo i dati di IDC dai 14,2 milioni di pezzi venduti nel 2022 (contro il miliardo e 200 milioni degli altri smartphone) e market share dell’1,2% si passerà nel 2027 a 48,1 milioni (market share 3,5%) contro 1,3 miliardi. La crescita nel 2023 sarà molto sostenuta: +50%. E il tasso di crescita annuale composto (CAGR) nei cinque anni sarà del 27,6% contro il magro 2,1% del mare magnum del mercato degli smartphone, che nel 2022 ha visto un calo dell’11%.