Pixel 7 Pro: come è fatto e come va il nuovo smartphone di Google

A meno di una settimana dall’arrivo in Italia si affollano i recensori del nuovo top di gamma prodotto da Google, il Pixel 7 pro. Una buona notizia è che non si è ancora scatenata la caccia al bug che per molti mesi e febbrili aggiornamenti ha segnato la vita del 6 pro (io sarò stato fortunato, non mi sono mai accorto di nulla, tranne di una cosa molto seria che dirò dopo).

In una comparativa della star degli influencer tech sono stati messi a confronto iPhone 14 pro max, Samsung S22 Ultra e Pixel 7 pro. Più o meno l’ordine di arrivo secondo l’influencer è quello che ho scritto. E probabilmente ha ragione lui, anche se una cosa va sottolineata prima di tutto. Qui abbiamo due smartphone che volano ben oltre la soglia dei mille euro (1.489 euro il telefono della Mela nell’allestimento base con 128 Giga di memoria, 1.619 euro per il 256GB;  1.379 euro il Samsung con 256GB), mentre il googlefonino sta sotto: 899 con 128 Giga e 100 euro in più, 999, con 256.

Quindi, alcune centinaia di euro di differenza, pur garantendo ottime prestazioni audio-foto-video e una perfetta integrazione con l’ecosistema Google. A cominciare dalla configurazione: si risolve in minuti e restituisce il backup del precedente telefono con assoluta precisione.

In pratica il telefono è lo stesso da cui si partiva, con qualche password di meno. I progressi di Android nel confronto con iOs finalmente si vedono. 

Tornando a un veloce confronto, iPhone pur centellinando le innovazioni di peso nel corso degli anni, è probabilmente tuttora il miglior smartphone per fluidità, intuitività nell’uso, potenza di fuoco quando fotografa o produce un video. Ed ha un display impeccabile. Il display dell’S22 l’ho potuto confrontare con un Pixel 6 pro e no, non c’era partita, ma l’evoluzione del 6 ha molto meno da invidiare ai due top di gamma avversari.

Ecco perché. È un 6,7 pollici (grande come il pro max, che pesa in tutto 30 grammi in più) Oled Ltpo Qhd+ (1440 x 3120) a 512 ppi (la densità dei pixel), in questo è perfino superiore a Pro Max ed S22.

Può aggiornarsi da 10 a 120 volte al secondo, e in questo è pari ai competitor, garantendo fluidità. 

I colori sono ben calibrati, fedeli, la luminosità è stata addirittura triplicata e arriva a 1.500 nits contro i 1.750 dell’S22 Ultra e addirittura i 2mila del pro max di Apple. 

Un occhio all’hardware. Google è solo al secondo processore fatto in casa (con Samsung), ma il Tensor G2 sembra dirigere l’orchestra con una sicurezza che il G1 non aveva. A parte qualche rara incertezza, ad esempio quei decimi di secondo di ritardo per riavere il desktop pronto all’uso se avete aggiunto i widget orologio e meteo. 

Sul versante delle foto e dei video questo Pixel 7 pro è ancora una volta l’evoluzione del 6, non cambia la dotazione delle fotocamere ma migliora tutto. C’è il grandangolo che ora va oltre iPhone (almeno sui gradi, 125) e soprattutto c’è la fotocamera da 48 megapixel che fra le tre disponibili è quella con un teleobiettivo che può fare divertire: lo zoom ad alta definizione arriva a 30x.

La qualità delle immagini viene affidata al software e all’intelligenza artificiale, ma rispetto al 6 pro qui si è fatto un deciso passo in avanti. I video non hanno la quantità incredibile di rumore che c’era sul predecessore e i cambiamenti di fuoco sono precisi e istantanei. E poi ci sono alcuni giochini, dalla modalità cinema con il soggetto a fuoco e lo sfondo sfocato alle foto macro a quelle in modalità notturna, con risultati sempre migliori rispetto al predecessore.

Insomma, Pixel 7 pro non è ancora un telefono perfetto ma ha fatto un salto di qualità superiore alle aspettative. Per esempio ha risolto la questione dello sblocco con l’impronta digitale (altra cantilena dei critici del 6 pro, che era lento ma non disastroso come lo dipingevano) e introduce il riconoscimento del volto, che funziona bene.

La nota dolente, però, c’è. Anzi due. Primo, la batteria. Se nel Pixel 6 pro era causa di profonde crisi dell’infelice possessore, che si doveva aggrappare al trucco del risparmio energetico per non restare senza telefono a fine mattinata, nel Pixel 7 pro è decisamente migliorata ma, nel caso di chi non concede troppe pause allo smartphone, non porta a fine giornata. A meno che non si ricorra, appunto, al risparmio energetico. Google dichiara oltre 24 ore di autonomia e davvero non si capisce in quali condizioni si siano svolti questi test.

Seconda nota dolente. Ok, l’anno scorso i Pixel sono arrivati in Italia con mesi di ritardo sul mondo avanzato (si trovavano a prezzo ben maggiorato su Amazon o Fnac). Perché evidentemente Google con ci ritiene tali. Quest’anno i Pixel sono atterrati qui in contemporanea con le top countries, ma lo schiaffo è stato anche peggiore.

In Paesi come Regno Unito e Germania (ma anche in Francia, per esempio sempre via Fnac) compri il Pixel e ti regalano in bundle il nuovo Pixel Watch (che Google ovviamente non ha distribuito qui da noi, noi non usiamo gli orologi) o gli auricolari. Ci sono anche soluzioni che prevedono dei buoni. Una scelta commerciale legittima, ma che non incrementa un’attitudine empatica dei clienti italiani, cara Google. Magari però ci riserbi delle sorprese. Chissà.Â