Esteticamente non ci sono differenze degne di nota, anzi degne di "Note". Samsung sta per svelare, lo farà al Mobile word congress, tra un mese (24-27 febbraio), una versione più economica del suo top di gamma con la penna magica: il Note 3, terza generazione del suv dei telefoni, il modello che ha inventato il mercato dei phablet, cioè i device-incrocio tra tablet e smartphone.
Il nuovo modello in arrivo si chiama Galaxy Note 3 Neo. Vanterà , secondo quanto scritto da molti blog e siti tech italiani e stranieri, una dotazione hardware di caratura ridotta rispetto al fratello maggiore. Addio, dunque, al processore quadricore da 2.3 GHz e al display Super Amoled 5,7 pollici ad alta risluzione 1920 x 1080 (Full HD). Sotto il cofano del Neo ci sarà "solo" un display da 5.55 pollici, simile (o forse uguale) al Super Amoled montato sul Note II (WXGA 1280 x 720). E la memoria Ram sarà ridotta da 3 a 2 GB, così come fotocamera che passa da 8 megapixel (sono 13 nel modello top). Quasi invariata la batteria: 3100mAh contro 3.200. Dovrebbero rimanere inalterate, invece, le funzionalità della S Pen e di tutti gli applicativi che nel Note3 sono stati migliorati, il sistema operativo sarà Android 4.3, ma è lecito aspettarsi l'upgrade al 4.4 KitKat (e in molti si chiedono quando arriverà sul Note 3).
I costi del fratello minore si riducono e si riflettono in maggiori margini per il chaebol coreano e in un listino più basso: si parla in rete di 599 euro contro i 729 chiesti per il modello flagship.
L'operazione sembra avere un senso (allargare la base di utenza), tuttavia lascia perplesso il continuo proliferare di modelli Samsung (Galaxy S4 "qualcosa": Active, Trend Plus, Mini, Express e ora Note 3 Neo) oltre al permanere in listino di modelli datati. L'eccesso di scelta e la variabilità dei prezzi (spesso in un range ridotto) talvolta genera confusione negli acquirenti.