Ecco come saranno le Ferrari del futuro

Come saranno le Ferrari del prossimo futuro? Una domanda cui è difficile
rispondere. Ma di sicuro le prossime «rosse» non saranno ibride (non
quelle di larga serie per lo meno), non saranno tanto meno elettriche e
non ci saranno suv con il cavallino Rampante sul cofano. Certamente
saranno più verdi e pulite, nella loro interezza, cioè dalla loro
produzione in fabbrica alle emissioni dello scarico quando sfrecciano e,
ovviamente, più performanti.

Luca Cordero di Montezemolo, numero uno della Casa di Maranello, è
stato categorico, in occasione della mega convention di settimana scorsa
intitolata Formula Ferrari.
«Non faremo mai – ha dichiarato
Montezemolo – una vettura elettrica o un suv finche io sarò in questa
azienda. Il nostro riferimento di mercato solo e restano le gran
turismo».

La casa ha, tuttavia, sviluppato l'ibrido sulla LaFerrari, hypercar
da 499 esemplari, un milione di euro e 963 cavalli di cui 800 termici
erogati dal v12 6.3 litri e i restanti da un elettromotore. Presentata
al salone di Ginevra a marzo, LaFerrari fa uso di un telaio in carbonio
per ridurre e compensare il maggior peso dovuto al sistema di trazione
ibrida (derivato dalla tecnologia Kers per la Formula 1) e dalle
batterie.

LaFerrari ha in questo rappresentare una sfida estrema con l'impiego
di tecnologie di punta tuttavia le prossime Rosse realizzate in serie
(sartoriale, beninteso) non faranno uso di carbonio ne tanto meno si
avvarranno di sistemi ibridi. Secondo l'ingegner Amedeo Felisa,
amministratore delegato di Ferrari, carbonio e ibrido non sono una
soluzione ragionevole. Il carbonio è, infatti, più difficile da riparare
in caso di sinistro, impone grandi complessità in fase di costruzione
(La Ferrari è fatta a mano) e costi enormi. L'ibrido invece è un gioco
che non vale la candela perche fa aumentare la massa delle vetture e
questo pregiudica il raggiungimento delle massime performance dinamiche e
piacere di guida. La via scelta per ridurre consumi ed emissioni delle
rosse è quella del contenimento delle masse attraverso l'uso di
alluminio (anzi di ben 12 leghe leggere) per scocca e telaio e di
migliorare il rendimento termico, meccanico e aerodinamico delle super
car made in Maranello anche mediante l'utilizzo di superfici alari
attive mutuate, queste sì, dalla LaFerrari.