Meno 20. Ecco la glaciale temperatura del mercato dell'auto
nel 2012, che in Italia ha registrato (per l’esattezza) un calo del 19,9% (e Francia
e Spagna non sono da meno http://www.motori24.ilsole24ore.com/Mercato/2013/01/immatricolazioni-auto-francia-spagna.php).
Senza sostegni la situazione diventa sempre
più grave e la demotorizzazione, che potrà far piacere a qualche radical chic o
qualche fan della mobilità alternativa perché lui abita e lavora in centro,
comporta una distruzione di posti di lavoro. E non solo nelle fabbriche d’Europa,
ma nelle reti di vendita. E in piccole imprese come quelle dei dealer anche gli
ammorzatori sociali non funzionano e i licenziamenti in un concessionario non fanno
neppure notizia.
Beninteso, non servono incentivi, ma iniziative tese a
sostegno della domanda. E qui il ruolo del lavoro è cruciale. Per salvare l’auto
servono posti di lavoro. La lezione di Henry Ford è ancora valida ed attuale. Il
precariato e la disoccupazione chiamano altra miseria e le auto restano a
prendere pioggia e grandine nei piazzali. Serve anche un recupero della cultura
dell’auto, del suo ruolo nella società come strumento di libertà , di mobilità e
come industria di grandissima importanza economica.
Tutti i dati delle immatricolazioni li trovate qui
http://www.motori24.ilsole24ore.com/Mercato/2013/01/immatricolazioni-auto-italia.php