Oltre la tecnologia del silicio, oltre i semiconduttori che finora abbiamo conosciuto dando vita all’era dei microchip. Ibm vuole andare ben oltre i limiti finora conosciuti investendo nel futuro della microelettronica tre miliardi di dollari in un piano quinquennale teso allo sviluppo di nuovi processi produttivi a 7 nanometri mentre lo stato dell’arte attuale dell’industria dei semiconduttori è tra i 22 e i 14 nanometri. E questo comporterebbe una notevolissimo aumento del numero dei transistor nei microprocessori, superando la legge di Moore. Ma per fare questo Big Blue ha bisogno di superare e mettersi alle spalle la tecnolgia del silicio e trovare nuovi materiali e soluzioni mai viste prima e punterà su nanotubi di carbonio e grafene per costruire microprocessori che imitano le strutture sinaptiche.
I team comprenderanno ricercatori e ingegneri dei centri di Ricerca Ibmdi Albany e Yorktown (New York), Almaden (California) e
Zurigo (Svizzera). In particolare, il colosso di Armonk coinvolgerà suoi espert inelle aree emergenti della ricerca già in corso in IBM, come
nanoelettronica al carbonio, fotonica del silicio, nuove tecnologie di memoria e architetture che supportano cognitive computing e quantum computing. L’impegno di questi team sarà rivolto a migliorare di un ordine di grandezza le prestazioni a livello di sistema e di calcolo ed a ottenere più efficienza dal punto di vista energetico.