Pixel 9 Pro, ecco gli errori che Google poteva risparmiarci

Colpevolmente avevo trascurato di andare a cercare reazioni e giudizi sui nuovi Google Pixel delle serie 9 anche su Android Police. Con grande tempestività era stato pubblicato il giorno stesso della presentazione ufficiale, il 13 agosto, un post con sei aspetti critici. Parliamo di hardware. Sul lato software, invece, tutta l’attenzione è concentrata sull’intelligenza artificiale: Gemini Live è riuscito ad anticipare l’Apple Intelligence di cui sapremo a settembre. Lascio ad altri il compito di approfondire.

Devo dire che non tutte e sei le critiche mosse da Android Police vanno considerate delle mancanze davvero fondamentali. Ma lo stimolo a fare qualche considerazione supplementare c’è. (In particolare ritorno sulla spinosa questione delle memorie UFS).

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I nuovi Pixel 9 e 9 Pro all’evento Made by Google del 13 agosto (AP Photo/Juliana Yamada)

Punto primo, lo standard Qi2 per la carica wireless. Certo, dispiace. Si può ovviare con un case, una custodia predisposta. In ogni caso la carica con il cavetto è più rapida e visto che i Pixel non brillano (ieri il mio Pixel 8 Pro un’ora e 10 per andare da 33% a 80%), lascio la ricarica wireless ad altri brand.

Punto secondo. La memoria entry-level a 128 GB. Indubbiamente è ridicola e fuori dal tempo, ormai tutti i top partono da 256.

Terzo. Un elemento irritante, anche se non decisivo (per me), è che, scrive Android Police, “Google ha aggiunto il supporto macro alla fotocamera ultrawide da 48MP su tutta la linea Pixel 9. Il supporto macro consente di avvicinarsi a un soggetto per realizzare scatti macro mozzafiato. Sebbene sia eccellente, l’azienda avrebbe dovuto aumentare il livello almeno sui modelli Pro e aggiungere il supporto macro anche alla fotocamera del teleobiettivo“. Su Xiaomi 14 Ultra e su vivo x-100 Ultra c’è. Infatti garantiscono foto prodigiose (ho provato personalmente).

Quarto elemento di critica, il lancio dei Pixel generalmente coincide con il debutto del nuovo Android, in questo caso il 15. Invece i Pixel 9 debuttano con il 14, anche perché il Made by Google è stato anticipato di un paio di mesi. Un mese prima dell’arrivo degli iPhone 16. L’ho già scritto: niente Android 15? Posso farmene una ragione. Aspetteremo ottobre, senza problemi.

Mi intriga un altro punto, invece. Google “avrebbe dovuto utilizzare il più recente Gorilla Armor Glass di Corning, invece del Gorilla Glass Victus 2. Sul Samsung Galaxy S24 Ultra, il nuovo vetro di Corning riduce i riflessi del 75% per una maggiore chiarezza ottica. I test dimostrano che offre una protezione superiore contro i graffi, e il produttore dichiara una resistenza quattro volte superiore ai micrograffi. Il Gorilla Armor di Corning avrebbe completato i display super luminosi del Pixel 9, offrendo un’esperienza migliore”. Samsung S24 Ultra ha deluso per altri aspetti gli utenti, ma il vetro antiriflesso è stato accolto con una ola generale. Big G avrebbe potuto pensarci, ma non è un peccato capitale (avarizia?).

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Immagine dal Google Store

Il fatto più criticabile – oltre alla già lamentata, ma prevedibile, limitata evoluzione del chipset Tensor G4 (si aspetta come un miracolo il passaggio da Samsung alla big taiwanese TSMC nel 2025) – è l’ostinazione a dotare la nuova serie 9 di memorie UFS 3.1 e non 4.0. Tecnologia del 2020 contro tecnologia di fine 2022. Quanto potrà avere risparmiato, Google?

Ho scritto in un post precedente:

“Le memorie UFS (Universal Flash Storage) sono ancora le vecchie 3.1 (nate nel 2020 e presenti sin dall’antesignano della nuova serie, il Pixel 6 Pro dell’ottobre 2021,  fino al mio Pixel 8 Pro) anziché le più performanti 4.0, commercializzate da fine 2022 (3). Lo ha ammesso il Google Support Team.

Ora, le memorie UFS svolgono un ruolo cruciale nella gestione dei dati e delle prestazioni generali del dispositivo: archiviazione dati, velocità di lettura e scrittura, multitasking e gestione delle applicazioni, registrazione e riproduzione dei video ad alta risoluzione, gestione del sistema operativo e risparmio energetico. E adesso riprendo fiato.

Le UFS 3.1 garantiscono una velocità di lettura sequenziale fino a circa 2100 MB/s e velocità di scrittura fino a 1200 MB/s. È adatta a gestire operazioni complesse, come il caricamento rapido delle app, la registrazione video ad alta risoluzione e il multitasking avanzato. Le UFS 4.0 vanno a velocità doppia, perché si spingono fino a 4200 MB/s e velocità di scrittura fino a 2800 MB/s. Queste velocità sono particolarmente utili per applicazioni ad altissima intensità, come il gaming avanzato, l’elaborazione di video 8K, e per una maggiore efficienza energetica.

I Pixel 9 non sono mai stati smartphone per il gaming avanzato, in ogni caso (non c’è ray tracing per via del Tensor G4), mentre l’elaborazione dei video 8K potrebbe fare comodo ai creator. Nell’uso quotidiano, la differenza potrebbe non essere immediatamente percepibile per la maggior parte degli utenti, specialmente per le attività comuni, come navigare sul web, usare social media o anche giocare a giochi meno impegnativi. O fare foto di gruppo in spiaggia…

Se un top di gamma monta memorie UFS datate, inevitabilmente, temo, parte in svantaggio nel confronto diretto con i concorrenti. In più il prezzo, per dire, potrebbe non essere giustificato se ritoccato al rialzo (come in effetti è avvenuto questa volta, oltretutto il servizio SOS Satellite per adesso è solo negli USA e non nelle colonie). A meno che non ci siano altri elementi talmente innovativi (si suppone gli investimenti su Gemini che produrrebbero “magie”) da indorare la pillola.

Conclude Android Police:

“Una maggiore velocità di archiviazione riduce i tempi di caricamento e installazione delle applicazioni. Inoltre, la maggiore velocità di lettura/scrittura di un chip NAND è solitamente utile negli ultimi anni di vita di un dispositivo. Dato che Google promette sette anni di aggiornamenti del sistema operativo e di feature drop per il Pixel 9, la mancanza della memoria NAND UFS 4.0 sui telefoni è deludente”.

Parecchio.

P.S. Spiega agevolata da ChatGPT4.o di che cos’è e di quanto conta una memoria NAND UFS:

  1. Memoria NAND: La memoria NAND è un tipo di memoria flash che può conservare i dati anche quando non è alimentata. La NAND Flash è ampiamente utilizzata per l’archiviazione dei dati in dispositivi mobili, unità SSD e schede di memoria. 
  2. UFS (Universal Flash Storage): UFS è uno standard per l’interfaccia di memoria che migliora la velocità di trasferimento dei dati e l’efficienza energetica. UFS utilizza un’interfaccia seriale che permette operazioni di lettura e scrittura simultanee, aumentando significativamente le prestazioni.

Memoria NAND UFS è insomma un’unità di archiviazione basata su NAND flash che utilizza l’interfaccia UFS. Si tratta di una memoria importante nei dispositivi mobili di fascia alta perché offre velocità di lettura e scrittura molto elevate, migliorando le prestazioni complessive.