Nothing e CMF sono definitivamente cool, Carl Pei è tornato

Let’s make tech fun again“. Carl Pei è tornato con Nothing e il sub-brand CMF (acronimo di Color, Material, Finish). Non a caso OnePlus era il brand che avevo amato di più, diciamo tra il 5T e il 6T. Anche nell’edizione McLaren. Con grande gioia avevo detto ciao ai Samsung perfettini e noiosi e avevo abbracciato la filosofia dell’oggi trentaquattrenne svedese nato in Cina: offrire a prezzi accessibili dispositivi in poco o nulla inferiori a prodotti premium, mettendo in discussione il paradigma secondo cui solo i telefoni costosi possono essere di alta qualità. Quello che già costava mille e oltre, con OP si otteneva a 6-700.

Quando Carl (Péi Yu il nome cinese) ha lasciato OnePlus ho temuto che l’addio dell’anima creativa oscurasse l’astro del brand più innovativo. In effetti è stato così. Da allora OnePlus ha prodotto smartphone decisamente anonimi (in my humble opinion).

La lezione della OnePlus di Carl Pei non è servita. Negli ultimi anni – mettendo da parte la pletora di cloni medi di gamma Samsung, Xiaomi/Poco/Realmi, Redmi, Oppo, Motorola – siamo stati in balia del pensiero muscolare: smartphone di fascia sempre più alta e e altissima dai prezzi stellari perché spacciati per macchine fotografiche professionali. Dai 1.200 euro di un Pixel Pro ai 1500 e oltre di Samsung S24, Xiaomi 14, Huawei Pura 70, tutti rigorosamente Ultra. E non dico dei pieghevoli, puro lusso. All’origine la discutibile teoria della macchina fotografica che è anche un telefono. E legioni di influencer lesti a produrre documentari con super smartphone, dare lezioni di post produzione dei file raw e a spiegarci che le mirrorless con quegli inutili tele 55-200 sono soldi buttati, meglio uno smartphone.

Marketing.

Carl Pei

Il CMF Phone 1 e i suoi accessori

Ora che Carl Pei è tornato, la narrazione sta cambiando: uno smartphone di 300 euro (l’eccellente Nothing Phone 2a) basta e avanza, pensa un po’, per fare quasi tutto quello che dovrebbe fare… uno smartphone. A meno che non siate fotografi professionali o non abbiate un canale YouTube che vi permette di pagare le bollette e magari arricchirvi. Tutti gli altri possono andare alla grande perfino con il freschissimo CMF Phone 1 (200 euro e design da 10 e lode). Anche se qualcuno potrebbe storcere il naso (io) perché non consente i pagamenti elettronici via wallet, non ha il sensore NFC. Eppure i recensori di professione hanno scoperto (!) che la gran parte degli italiani paga ancora in contanti e non gliene importa nulla di avere il sensore NFC.

Quindi, Carl Pei ha avuto di nuovo ragione. Parole d’ordine design, ecosistema (perché Nothing e CMF fanno anche auricolari e smartphone, i secondi piuttosto minimalisti e tutt’altro che perfetti ma certo molto economici e molto belli), software (interfacce top per originalità e personalizzazione e funzionamento altrettanto top), prezzo.

carl Pei

Il Nothing Phone 2a (Black)

Insomma, nel giro di pochi mesi, da quando sono arrivati il nuovo top di gamma Nothing Phone 2, decisamente più evoluto del predecessore, e comunque con un prezzo accessibile (oggi sul sito Nothing costa poco più di 500 euro) e il medio di gamma Nothing Phone 2a (che mi sono comprato e uso come secondo telefono, disclosure), il mondo ha riscoperto alcuni valori che negli anni erano passati in secondo piano:

Ho chiesto a ChatGPT4o

    1. Design Innovativo: Nothing ha puntato su un design trasparente e minimalista. Gli smartphone Nothing, presentano un look distintivo con un retro trasparente che mostra alcuni componenti interni, rendendoli immediatamente riconoscibili e unici nel mercato.
    2. Esperienza Utente: Entrambi i brand si concentrano su un’esperienza utente pulita e senza fronzoli. Nothing utilizza un’interfaccia utente quasi stock di Android, garantendo un’esperienza fluida e priva di bloatware.
    3. Marketing e Branding: La strategia di marketing di Nothing e CMF è molto attenta ai dettagli, con campagne pubblicitarie che enfatizzano il design e l’innovazione. Carl Pei ha utilizzato la sua influenza sui social media (@getpeid, ndr) e la community tech per creare un’aspettativa elevata e un forte seguito tra gli appassionati di tecnologia.
    4. Innovazione Tecnologica: Nonostante siano nuovi nel mercato, entrambi i brand stanno introducendo caratteristiche innovative e specifiche tecniche di alto livello nei loro dispositivi: display di alta qualità, fotocamera performante e ricarica rapida.
    5. Prezzo Competitivo: Offrono prodotti con un rapporto qualità-prezzo competitivo, rendendo accessibili caratteristiche di fascia alta a un pubblico più ampio.
    6. Community Engagement: Entrambi i brand danno molta importanza al feedback degli utenti e cercano di costruire una community intorno ai loro prodotti. Questo crea un senso di appartenenza e fidelizzazione tra i clienti.
    7. Filosofia del Design: La filosofia di design di Nothing e CMF si allinea con le tendenze attuali che privilegiano un’estetica pulita e moderna, spesso con un richiamo alla nostalgia per il design industriale degli anni ’80 e ’90.

Sottoscrivo ogni parola, caro chatbot. E aggiungo: per tutte queste ragioni Nothing e CMF si stanno guadagnando una reputazione tale da farli considerare “cool”. A quanti smartphone era successo negli ultimi tempi? Quanta innovazione avevamo visto, versante iOs (Apple) e Android? A mio parere la spinta più innovativa è arrivata da Google con lo sviluppo del software (ci metto anche la fotografia computazionale). E l’introduzione di una AI peraltro ancora ai primi passi e molto perfettibile. Tipo il “cerchia e cerca” che poi è arrivato anche sui Samsung. Proprio il chaebol coreano collabora con BigG da anni per produrre i processori Tensor (non un successone). Vedremo con la serie 9 dei Pixel in arrivo a metà agosto.

Per il resto è stata Qualcomm con i suoi processori Snapdragon sempre più esplosivi a rendere i telefoni pronti per il multitasking e per un gaming via via più avanzato. I cinesi, che sanno guardarsi intorno, ne hanno saputo fare buon uso. Penso a Xiaomi, con la HyperOs, esageratamente Apple, e i wallpaper creati con la AI. Penso a vivo, che ha prodotto forse il miglior rappresentante della categoria telefono-macchina fotografica: il vivo x-100 Pro (l’Ultra non è arrivato in Europa). Penso anche ai Nubia Red Magic.

Il CMF Watch Pro, la nuova versione è rotonda, meno Apple Watch

Tornando a Carl Pei, direi che la sua intuizione, premiata dalla risposta del pubblico, si basa su alcuni principi chiave: mettere al centro il design e la funzionalità, restituendo originalità ai prodotti; ascoltare il consumatore e creare community; offrire qualità e valore. Da OnePlus a Nothing e CMF, Carl Pei ha confermato la capacità di offrire ai consumatori i prodotti di cui non sapevano di avere bisogno. Se adesso, per evidenti (a me) ragioni geopolitiche, oltre a progettarli in UK, non li producesse in Cina, sarebbe perfetto.