«Magari sono solo un sognatore ma chi fa impresa ha il diritto di sognare e noi cerchiamo di trasformare i sogni in realtà ». La settimana scorsa Roberto Colaninno, il numero uno di Piaggio, illustrando il piano industriale della multinazionale italiana, non ha lasciato dubbi su quale sarà il percorso di Pontedera (e dell’industria dei motocicli): l’innovazione per creare prodotti nuovi, anticipare bisogni e rispondere a sempre più complesse esigenze di mobilità . Una direzione strategica che non è solo di Piaggio, ma anche degli altri costruttori di motocicli che hanno sofferto della crisi in Europa e che ora si preparano alla ripresa. E i segnali di una primavera per le due ruote nel vecchio continente ci sono, anche perché dinamiche di consumo ed esigenze di mobilità con mezzi snelli come le due (e anche le tre) ruote non sono cambiate con la crisi. Senza contare l’effetto emulazione che può avere l’entusiasmante avvio del Mondiale MotoGP 2014 domenica scorsa.
Gli acquisti, è vero, si sono rarefatti, ma, dopo che il mercato europeo si è dimezzato dal 2008 a oggi scendendo a soli 1.1. milioni di veicoli, è l’ora di una leggera ripresa: secondo l’associazione europea dei costruttori (Acem) entro il 2017 si registrerà un incremento del 20 per cento. Ma non si tornerà ai livelli pre-crisi. E la strada dell’innovazione (Piaggio ha avviato una collaborazione con l’università di Harvard) è sicuramente quella che sosterrà la crescita. Ma c’è molto lavoro da fare, soprattutto in Italia: bisogna cogliere le opportunità che arrivano da un parco vecchio e inquinante nonché agire sui freni allo sviluppo. «Nel nostro Paese ci sono – spiega Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori) – oltre 4 milioni di veicoli Euro 0 ed Euro 1 da sostituire». Per rilanciare il mercato non servono però solo nuovi modelli e una situazione economica favorevole, ma anche azioni concrete per abbattere le tariffe assicurative. «Queste – dice Capelli – costituiscono uno dei maggiori deterrenti per l’acquisto di un mezzo nuovo. Il dato che meglio esemplifica la gravità della situazione per il settore delle due ruote a motore è quello dell’incidenza del costo della polizza rispetto a quello del veicolo venduto: si va dal 36% in una città come Roma fino al 59% a Napoli (valori medi), per assicurare un ciclomotore e dal 25% di Milano fino al 61%, sempre a Napoli, per assicurare un motociclo da 125 cc. Una situazione insostenibile come l’attuale comporta il fatto che una percentuale non trascurabile di utenti non si assicura, mettendo a rischio la circolazione. Ciclomotori e moto meritano una commissione permanente al ministero dello Sviluppo economico in tema di assicurazioni».
Del resto il boom di biciclette elettriche a pedalata assistita che competono con gli scooter urbani è sotto gli occhi di tutti (50mila pezzi in Italia nel 2013). Si tratta di mezzi che non hanno bisogno di bollo e assicurazioni e offrono una mobilità , certo poco emozionale, ma pratica come quella che era offerta dai vecchi ciclomotori. E magari è giunto il momento per una Casa come Piaggio di riproporre un veicolo semplice ed economico come era il mitico Ciao, facendolo rinascere elettrico e 2.0, per tornare a sconfiggere le “sardomobili” (le auto strette come sardine nel traffico descritte negli anni 70). Un sogno technoretrò? Forse. Intanto le offerte per sognare in moto e con “le ali sotto i piedi” non mancano. A iniziare dalla nuova Vespa Sprint, edizione sportiva della Primavera, al debutto in questi giorni. È dedicata ai giovani (due le cilindrate 50 e 125cc), quelli che le Case devono coccolare perché saranno loro i motociclisti e gli automobilisti di domani. Senza di loro l’industria dei motori (e poco importa se a scoppio o elettrici) perderà linfa vitale. Alle due ruote serve davvero uno “sprint di primavera”.