Mancano due mesi al lancio del Galaxy Note 5, quinta generazione del phablet con la penna magica, il device firmato Samsung che ha creato 5 anni fa un nuovo mercato, costringendo gli altri produttori a seguire la casa coreana sulla strada degli dei jumbo display.
Del nuovo modello che debutterà a Berlino a Ifa 2015, non ci sono ovviamente fotografie ufficiali ma tanti rumors online e qualche scatto rubato ai produttori di cover.
Ma cosa sappiamo del Note 5, che probabilmente sarà uno degli smartphone più “tosti” della stagione 2015-2016 e di sicuro uno dei più attesi?
Appare molto probabile l’adozione di un display 4K (2160×3840 pixel) un po’ più grande dell’attuale. Si parla di 5.89 pollici contro 5.7” e per non far diventare troppo grosso il dispositivo i coreani potrebbero aver limato le cornici. Lo schermo potrebbe esibire un valore record in termini di densità. Molte fonti online parlano di 748 ppi. Quasi il doppio di iPhone 6 Plus il cui schermo si limita a 401 pixel per pollice, ben più del doppio dei 326 ppi di iPhone 6, e comunque si tratta di un valore più elevato di Samsung Galaxy S6 (577) e di Lg G4 (534)
Il motore del Note 5 sarà, sempre secondo siti specializzati, blog e forum, un processore costruito internamente e questo sancirebbe l’abbandono definitivo dei Qualcomm Snapdragon da parte di Samsung. Su S5 ci dovrebbe essere un SoC octa core serie Exynos. Si parla di una versione, siglata 7422, del chipset montato su S6, con integrata Cpu, Gpu e memoria (almeno 3 GB (ma rumors insistenti dicono di 4 GB)
Quanto al design e ai materiali, aspetto sempre più strategico, anche se ci sarebbe molto da dire sul attuale predomino del contenitore sui contenuti, ci si aspetta che il Note 5 sia esteticamente derivato in qualche misura da S6. Troveremo, quindi, una carrozzeria interamente metallica (e non ibrida di plastica con cornice in alluminio di Note 4). Un salto di qualità: addio dunque alle terrificanti cover in similpelle che hanno contraddistinto le ultime due generazioni del crossover coreano. Ma, ed è questa la nota dolente, sulla scia dell’ossequio al bel design perderemo quasi certamente la batteria estraibile e, ben più grave, anche la memoria estraibile con MicroSd.
Tra le motivazioni tecniche che addurranno quelli di Samsung ci potrà essere anche il fatto che lo storage interno è realizzato con memorie UFS 2.0 ben più veloci in lettura e scrittura delle schede Sd. Si genererebbe un collo di bottiglia. Forse nessuno lo avrebbe notato, però. Continuiamo a pensare che l’espandibilità della memoria sia cosa buona e giusta. Ok che c’è’ il cloud, ma in aereo come accedo ai miei file?? E in vacanza, magari all’estero con roaming da rapina, senza wi-fi e in 3G/4G, devo pagare un botto per vedere le mie foto? C’è ne abbastanza da arrabbiarsi con Samsung qualora fosse confermata l’eliminazione della memoria esterna così come avvenuto con S6. Copiare i difetti i Apple ci sembra una pessima idea. E tra l’altro la necessità di comprare uno versione con un taglio di memoria corposo (si ipotizza 32, 64 e 128 Gb) farà aumentare, come accaduto con S6, i prezzi. Ed è facile prevedere che un eventuale Note 5 da 128 GB potrà costare oltre 1.000 / 1.100 euro.. vedremo cosa succederà, ma intanto incrociamo le dita.
Infine, il Note 5, e le sue eventuali varianti Edge con display curvo, non sarà probabilmente l’unico Samsung di fascia top con mega display. Infatti si vocifera sull’imminente lancio di un Galaxy S6 Plus, con schermo da 5.5 pollici. Un modo per rispondere sia a competitor come Lg e il suo G4, sia Apple che con iPhone 6 (4.7 pollici) e iPhone 6 Plus che con i suoi 5.5 pollici è il phablet con il display più piccolo e la carrozzeria più grande di tutti. Con gli ultimi modelli la casa della mela si è inserita con estremo successo nel filone degli smartphone con display grande per i parametri di Apple (gli atri montano i 4.7 pollici su device “Mini”), mentre con iPhone 6 Plus ha creato un crossover, un incrocio tra tablet e smartphone, ma al contrario del Note non ha la S Pen, che è bene ribadirlo, è un sofistico sistema di input e gestione dell’interfaccia, che permette di fare cose mirabili non è un antico retaggio dello stilo dei vecchi palmari (denominazione che andrebbe semanticamente recuperata). Il nuovo S6 Edge avrebbe dunque lo scopo di moltiplicare le forze contro il modello californiano. Samsung è avvezza a strategie di questo tipo tese a moltiplicare l’offerta, ma questo spesso confonde i consumatori e fa innalzare i costi di sviluppo, marketing e assistenza.