Un foldable veloce e versatile, adatto alla produttività e alla condivisione, con fotocamere finalmente da top di gamma. Ho provato l’Honor Magic V5 per due settimane*, con la curiosità e lo scetticismo che mi accompagnano quando si parla di smartphone pieghevoli. Da anni la promessa è la medesima: unire la comodità di un telefono “normale” con la versatilità di un mini-tablet. La realtà è stata spesso caratterizzata da compromessi: autonomia ridotta, spessore eccessivo, fotocamere meno convincenti per ragioni eminentemente tecniche: lo spazio fisico nello smartphone. Con il Magic V5 Honor ha provato a chiudere questa parentesi e a proporre un pieghevole che possa giocarsela a testa alta con i top di gamma tradizionali.
Design ed ergonomia
Il primo impatto è stato positivo: da chiuso il Magic V5 non dà affatto l’idea di un “mattone”. Anzi, a chi è abituato come me ai telefoni “grandi”, con schermo intorno ai 6,8 pollici, il V5 con i suoi 8,8 millimetri di spessore e 217 grammi di peso, è molto simile agli smartphone tradizionali. Nella tasca e in mano si sente comodo, senza quell’ingombro che in passato ha fatto preferire ad alcuni il ritorno alla tradizione.
La piega centrale, però, pur solo accennata, resta visibile e percepibile. Non è marcata come in altri foldable di generazione precedente, ma non scompare del tutto. Ed è uno di quei dettagli che continuano a farmi restare tiepido: quando si apre il dispositivo, ci si aspetta un’esperienza visiva perfettamente piatta, mentre la leggera interruzione resta.
Il design complessivo è pulito, con cornici sottili e linee moderne. Continua a non convincermi, invece, la scelta estetica dell’oblò ottagonale posteriore che ospita le fotocamere. È un dettaglio del tutto personale, ma avrei preferito una soluzione più lineare.
Cerniera impeccabile
Menzione speciale per la cerniera, che sul Magic V5 appare matura e ben ingegnerizzata. Durante la prova non ho avvertito giochi o incertezze: il movimento è fluido, stabile, e soprattutto la cerniera si ferma in ogni angolo desiderato. Una caratteristica che amplia gli scenari d’uso — dalla visione di un video con il telefono semiaperto, fino allo scatto di foto creative in modalità tripod. È uno di quei dettagli che fanno percepire la solidità complessiva del progetto.
Display e multimedialità
Il display esterno da 6,43 pollici rende il V5 uno smartphone assolutamente normale quando non si ha voglia di aprirlo. Il pannello interno da 7,95 pollici è ampio e davvero luminoso, pensato per navigare, leggere, usare più app contemporaneamente.
Guardare video su YouTube, però, non regala quel “salto” che molti si aspettano: le proporzioni fanno sì che, alla fine, il contenuto si avvicini come dimensioni a quello di un normale smartphone da 6,7 pollici. Non è una mancanza tecnica, è un limite intrinseco al formato.
Il pannello interno conta oltre 2170 × 2350 pixel, cioè una densità di circa 403 pixel per pollice. In pratica, significa che testi e interfaccia appaiono molto nitidi e piacevoli da leggere. Loo spessore record, tuttavia, è stato ottenuto rinunciando al vetro ultra-sottile (UTG) in favore di un rinforzo in fibra di carbonio. Questa scelta riduce peso e aumenta la robustezza, ma porta a un effetto ottico: la superficie composita diffonde leggermente la luce e, nelle foto molto grandi e ricche di dettagli, si nota una sorta di velatura che rende l’immagine meno “cristallina” rispetto ai foldable con vetro UTG. In sintesi, il Magic V5 è eccellente per testi e navigazione, ma sulle immagini mostra qualche limite dovuto alla sua ingegneria estrema.
Molto più riuscito l’aspetto produttivo. Poter aprire fino a tre app contemporaneamente a tutto display è davvero utile: mail, calendario e un documento in contemporanea, oppure chat, browser e foglio di calcolo. Qui il pieghevole mostra la sua natura ibrida e il vantaggio concreto rispetto a un telefono tradizionale.
Un dettaglio ben riuscito è il passaggio istantaneo dal display interno a quello esterno: richiudi il telefono e ritrovi subito sullo schermo frontale quello che stavi facendo. È un gesto naturale che fluidifica l’esperienza quotidiana.
Prestazioni e software
La dotazione hardware è quella che ci si aspetta da un top di gamma 2025: Snapdragon di ultima generazione, tanta memoria, reattività in ogni contesto. Nella pratica non ho mai notato rallentamenti, anche con più app aperte in split screen. Super fluido.
MagicOS 9 è chiaramente migliorato rispetto alle versioni precedenti. L’interfaccia è più coerente, le automazioni basate sull’intelligenza artificiale rendono alcune operazioni più rapide e l’intero sistema restituisce un’impressione di solidità. Non è ancora al livello di maturità che Samsung ha raggiunto con i suoi Fold in termini di multitasking avanzato e integrazione desktop, ma ormai si avvicina davvero molto.
Intelligenza artificiale: un aiuto discreto
Honor, secondo copione degli ultimi anni, ha puntato sull’integrazione dell’AI in MagicOS 9. Non è una rivoluzione in sé, ma si tratta di una serie di funzioni che rendono l’esperienza più fluida. Magic Portal semplifica la condivisione dei contenuti: basta trascinare un testo o un’immagine da un’app e il sistema suggerisce automaticamente dove incollarli o inviarli. L’AI Agent invece è un assistente contestuale che supporta nella traduzione, nel riassunto di testi o nell’avvio rapido di azioni.
L’intelligenza artificiale interviene anche in maniera meno visibile, ad esempio nell’ottimizzazione della batteria e nella gestione delle app in background, oltre che nel comparto fotografico, dove contribuisce a migliorare lo zoom ibrido e l’elaborazione HDR. Non è il punto che cambia radicalmente l’esperienza, ma aggiunge comodità che, nell’uso quotidiano, fanno la differenza.
Fotocamere: il vero punto di forza
L’Honor Magic V5 conferma che l’era dei compromessi fotografici nei pieghevoli è finita, almeno nelle condizioni ideali di luce. In pieno giorno, il teleobiettivo periscopico 3x restituisce scatti da vero top di gamma: nei ritratti come nelle foto architettoniche ho riscontrato un dettaglio molto elevato, colori naturali e un HDR ben gestito. Anche lo zoom 6x ibrido è sorprendentemente usabile: fino a quel livello l’immagine rimane nitida e piacevole, quasi da sensore nativo.
Quando la luce cala, il V5 resta competitivo e può stare sul podio tra i pieghevoli migliori. Tuttavia, emergono i limiti fisici del design ultra-slim: le foto notturne con zoom 3x restano luminose e ben definite, ma spingendosi oltre si nota l’intervento aggressivo dell’algoritmo di riduzione del rumore, con una lieve perdita di nitidezza. Inoltre, in presenza di luci puntiformi forti, può comparire un po’ di flare che disturba i fotografi più esigenti.
In sintesi, il Magic V5 è uno dei pieghevoli più convincenti per chi cerca qualità fotografica: lo zoom è tra i migliori della categoria e, in condizioni diurne, supera diversi concorrenti diretti.
Uso quotidiano e produttività
Dopo questi quindici giorni di prova posso dire che il Magic V5 è uno smartphone affidabile e versatile. Non ha mostrato incertezze né sul fronte prestazionale né su quello dell’autonomia. La batteria da 5.820 mAh, la più capiente oggi in un pieghevole sottile, porta senza problemi a fine giornata anche con un utilizzo intenso, e con un uso più moderato permette di avvicinarsi ai due giorni.
La ricarica a 66W non è da record assoluto, ma è molto competitiva: il pieno si completa in circa 45 minuti. In un panorama foldable, dove spesso le batterie sono più piccole e i tempi di ricarica più lunghi, è un vantaggio concreto.
Rispetto al concorrente numero uno, il Samsung Galaxy Z Fold 7, che resta fermo a 4.400 mAh e a una ricarica da 25W (circa un’ora e mezza per arrivare al 100%), Honor ha sicuramente più margine sulla carta. Va detto però che Samsung compensa con ottimizzazioni software ed energetiche maturate negli anni, per cui nell’uso reale le differenze non sempre sono così nette come sembrano guardando solo i numeri.
Per un professionista che vive di mail, app di produttività e gestione di documenti, le funzioni multitasking e la possibilità di avere più app affiancate sono un vantaggio tangibile. Non raggiunge ancora la completezza dell’ecosistema software Samsung, ma è una eccellente alternativa.
Conclusioni e prezzo
L’Honor Magic V5 è uno dei pieghevoli più convincenti oggi sul mercato. Ha risolto molte delle criticità che affliggevano i modelli precedenti: è super sottile (Magic V5 aperto misura circa 4,1 mm di spessore, contro i 5,6 mm di iPhone Air attualmente lo smartphone più sottile in commercio.
E però Magic V5 non è il dispositivo che fa sparire ogni dubbio sul formato. La piega resta appena visibile ma resta, i video non sfruttano davvero il grande display e il design non è forse tra i più riusciti. Ma questa è davvero una questione di gusti personali. Io ho provato la versione Dawn Gold (oro), ma già in nero o in bianco l’estetica guadagna notevolmente e anche l’oblò posteriore o Camera Ring diventa più accettabile.
In definitiva, Magic V5 è un pieghevole maturo, adatto a chi cerca versatilità e non vuole più accettare troppi compromessi. Resta ancora un prodotto di nicchia, che deve convincere chi non è già appassionato del formato o non ha specifiche necessità per uso professionale. Sicuramente si tratta di un passo avanti consistente, ma non è ancora la destinazione finale.
Il prezzo? Sul sito ufficiale Honor Italia è ancora attiva (questo modello è in commercio da un mese circa) una promozione di lancio: sconto di 300 euro ul prezzo di listino, portando il prezzo effettivo a 1.699,90 per la versione 16 + 512 GB. Su Amazon la stessa versione si trova a 1.656,87 euro (il nero, l’oro 1.649,99).
*Honor mi ha fornito un’unità di prova del Magic V5 per due settimane. Sul contenuto di questa recensione non è stato posto alcun vincolo.