Nel sempre più affollato universo degli smartphone di fascia media le specifiche contano, eccome, ma non dicono tutto. Prestazioni, batteria, display e fotocamere restano fondamentali, certo, ma è l’esperienza d’uso a decretare il vero vincitore.
In questo confronto, due modelli on stage come OnePlus Nord 5 e POCO F7 offrono due visioni completamente diverse: da un lato, la potenza nuda e cruda di POCO (brand di Xiaomi), con una dotazione tecnica impressionante per il prezzo; dall’altro, la scelta più misurata del debuttante di OnePlus, forse priva di effetti wow, ma più equlibrata, che punta su sistema operativo impeccabile e sobrietà del design.
Hardware: quando fare un passo indietro è fare due passi indietro
POCO F7 impressiona a prima vista: un recentissimo Snapdragon 8s Gen 4 (aprile 2025, 4 nm; questo chip è presente anche sul nuovo Nothing Phone 3), 12 GB di RAM LPDDR5X, storage UFS 4.1, display AMOLED con picco a 3000 nit (secondo lo stile Xiaomi, anche se i test GSM Arena dicono 1525 nit), e una batteria incredibile da ben 6.500 mAh (7550 nella versione indiana!) con una ricarica cablata da 90W, , wifi 7 e bluetooth 6.0. È un concentrato di specifiche top, waterproof, tutto in uno smartphone che costa meno di 500 euro (460 su Amazon il 12+512GB, 399 il 12+256). Per lo stesso prezzo, grosso modo, si può avere la versione Pro, sul mercato da marzo, che ha un display migliore (2k) e il chip Snapdragon 8 Gen 3.
OnePlus Nord 5 è meno muscolare: adotta lo Snapdragon 8s Gen 3 (uscito a marzo 2024, sempre 4 nm, ma prestazioni inferiori su AI e grafica, wifi 6 e bluetooth 5.4) e si limita a memorie UFS 3.1. Proprio quelle che aveva il Nord 3, due generazioni fa. Mentre il Nord 4 sfoggia con giustificato orgoglio le UFS 4.0. Per chi non mastica sigle tecniche: le UFS 4.0 e 4.1 garantiscono velocità di lettura/scrittura superiori (parliamo di trasferimenti file, avvio app, velocità di sistema generale) rispetto alle 3.1. Questo doppio passo indietro non è un dramma sul piano delle prestazioni per le attività quotidiane, anzi non si nota assolutamente (può succedere nell’import/export di video 4K, nell’editing video direttamente da smartphone, in trasferimenti pesanti da e verso PC, nell’installazione rapida di giochi di grandi dimensioni, nell’apertura simultanea di molte app in background). E poi OxygenOS è molto ottimizzato, quindi massima fluidità anche con le memorie UFS 3.1. Nella prova personale non ho avuto alcuna ragione di lamentarmi delle performance, potendo confrontare Nord 5 con il top di gamma del brand, OnePlus 13.
Eppure mentre i concorrenti accelerano, mettere la marcia indietro non è indizio di particolare generosità, diciamo, nei confronti dei consumatori e soprattutto dei fan di questo marchio. Nel confronto diretto con i rivali, OnePlus risulta conservativo, e questo può abbassare il valore percepito del nuovo modello. Altro esempio: perché non offrire una protezione da acqua e polvere superiore, invece di restare nel limbo dell’IP65* contro l’IP68 della concorrenza? Un motivo di consolazione? L’eccellente display, un FHD+ con 450 ppi e 1800 nit massimi dichiarati che nel test GSMArena sono 1330 (meglio dei 1163 reali di Nord 4, che ne dichiarava oltre 2100; e distanze accorciate da POCO F7). Siamo comunque nella parte alta della fascia media: l’occhio non percepisce particolari differenze nel confronto con OP 13, e (ma non ditelo in giro) neppure con un iPhone di un paio di anni fa (15 Pro Max).
Mossa a sorpresa: longevità e resistenza
Anche la batteria scende da 5.400 mAh del Nord 4 a 5.200 mAh con ricarica a 80w contro 100W. Ma alla prova dei fatti — grazie a un software ottimizzato e a un consumo energetico più intelligente — riesce a garantire un’esperienza complessiva molto vicina a quella del suo rivale. Se poi si guarda all’etichetta energetica europea, Nord 5 sorprende in positivo. Infatti POCO F7 ha ovviamente una durata molto superiore a carica piena (64 ore, ben 15 ore in più), ma OnePlus vanta una batteria più longeva: 1200 cicli contro 1000 (cioè un +20% di vita utile). Sull’efficienza è parità (Classe B per entrambi). Ma sulla resistenza stravince Nord 5, che può superare la prova di ben 90 cadute, contro le 45 di Poco F7.
Infine Nord 5 è superiore anche in fatto di riparabilità: la sua Classe B indica una maggiore facilità nella sostituzione dei componenti e una maggiore disponibilità di parti di ricambio. Fattori da prendere in considerazione se non si cambia spesso lo smartphone. Sul piano degli aggiornamenti, invece, piena parità: 4 major update (versioni Android) e 6 anni per le patch di sicurezza.
Il vero spartiacque: OxygenOS contro HyperOS
Il confronto più interessante, però, si gioca sul fronte software. POCO F7 adotta il nuovo HyperOS 2.0 di Xiaomi. Ricco di funzionalità, con animazioni curate e strumenti AI, ma non privo di imperfezioni.
OnePlus Nord 5, invece, può contare su OxygenOS 15, oggi una delle interfacce Android più mature e piacevoli da usare. Non è Android stock, ma si avvicina per pulizia visiva, coerenza grafica e rapidità di risposta. Certo, alcune funzioni — come il nuovo pulsante Plus Key che ha decretato la morte dello slider fisico per la modalità audio, o la “pillola” dinamica — ricordano troppo da vicino l’iPhone, ma sono molto ben integrate e assolutamente funzionali. Insomma, se copia è (e chi non copia qui, alzi la mano), direi che almeno è ben riuscita.
In più, OxygenOS ha il pregio di gestire in modo molto più intelligente le risorse: meno bloatware (qualche app l’ho eliminata), migliore gestione della RAM e un multitasking estremamente fluido.
Foto e video
Sul versante fotografico la qualità è più che buona, l’interfaccia è praticamente la stessa dei fratelli maggiori (con le foto ad alta risoluzione e i ritocchi AI) anche se ovviamente ci sono diversi minus: manca lo zoom ottico, Nord 5 si affida interamente allo zoom digitale, che, se esteso oltre 5×, introduce artefatti e perdita di nitidezza; l’ultragrandangolare si limita a soli 8 MP; in compenso Nord 5 ha il vantaggio dei 50 MP frontali, prestazioni migliori rispetto ai 16 MP del 13T, e leggermente superiori anche ai 32 MP del 13.
Quanto ai video, Nord 5 registra in 4K sia a 30 che a 60 fps (sia con la fotocamera posteriore sia con quella frontale); la stabilizzazione video è buona, grazie alla presenza di OIS sul sensore principale (Sony LYT‑700), e mantiene il controllo delle vibrazioni durante la registrazione; offre zoom lossless 2× tramite crop digitale dal sensore principale, con risultati accettabili; oltre il 2×, la qualità degrada rapidamente. I colori sono vividi anche se la luce è scarsa, forse un po’ troppo saturi.
Un design che piace (ma la plastica poteva ammorbidire anche il prezzo?)
C’è poi un altro elemento, spesso sottovalutato: il design.
POCO F7 ha un’estetica “sportiva”, gaming-oriented, e una certa tendenza all’eccesso nella limited edition argento.
OnePlus Nord 5, al contrario, punta su linee pulite, bordi piatti e un design essenziale, sobrio, elegante. Molto più riuscito del predecessore Nord 4 (che sembrava un mattoncino squadrato, anche se si faceva apprezzare per la scocca unibody in alluminio). I materiali sono plastici, sì, ma di ottima qualità.
Però qui sorge spontanea una domanda: se OnePlus ha risparmiato sulle memorie UFS, sulla batteria e usa la plastica, perché non puntare su un prezzo più aggressivo? Il risultato estetico è innegabilmente piacevole, ma forse un prezzo più coerente con le scelte hardware non avrebbe guastato.
Il mercato ha sempre l’ultima parola
Il vantaggio competitivo di POCO è sempre stato il prezzo. Ma oggi, grazie a promozioni e offerte dirette sul sito ufficiale, OnePlus Nord 5 si può acquistare in versione 12+512 GB a circa 490 euro, inclusi il caricatore originale e una cover, per chi scrive più utili degli auricolari. Se poi si approfitta del trade-in si può abbattere ulteriormente il totale.
Ma il diavolo è nei dettagli. OnePlus dovrebbe tenere presente che Nord 4, nonostante abbia un anno di vita, continua a essere quotato tra i 360 e i 400 euro, a seconda del rivenditore e del taglio di memoria, non lontano dal prezzo di listino di Nord 5 8+256 GB. Il mercato, si sa, non sbaglia quasi mai. Quando un predecessore regge così bene il confronto prezzi, vuol dire che il nuovo modello, probabilmente, non ha compiuto il salto di qualità necessario a giustificare il cambio di generazione.
In sintesi, il Nord 5 è un ottimo smartphone (software eccellente, design curato, resistenza, longevità), ma OnePlus ha fatto scelte troppo conservative: sembrano più dettate dal contenimento dei costi che da una visione chiara del prodotto.
* La sigla IP indica il livello di protezione contro polvere e acqua: IP65 significa protezione totale dalla polvere e resistenza a getti d’acqua a bassa pressione; IP68 garantisce impermeabilità alla polvere e resistenza all’immersione in acqua fino a 1,5 metri per 30 minuti.