Effetto Wow. Punta a stupire e a emozionare, la nuova Alfa Romeo Giulia. Un nome mitico che non è stato una sorpresa scelto per il modello del rilancio del Biscione e del ritorno ai suoi valori fondanti. Ha debuttato ieri sera, in anteprima, al rinnovato Museo Storico di Arese in una versione top che, battezzata Quadrifoglio è davvero “esagerata” con il suo tremila V6 da ben 510 cavalli. Sembra voler gridare «Alfa Romeo è tornata e vuole emozionare». A celebrare la nuova vettura che segna il rinascimento del marchio è stato Andrea Bocelli e la sua voce da brividi che cantava Vincerò della Turandot di Puccini. Già perché l’obiettivo del reboot di Alfa, come ha spiegato Harald Wester, numero uno del Biscione e Chief Technology Officer del gruppo Fca, è dar vita alla «Meccanica delle Emozioni».
Questa versione di punta è pensata per mettere l’acquolina in bocca ai fan del marchio e lancia un guanto di sfida alle rivali tedesche (Bmw serie 3, Mercedes Classe C e Audi A4) ma anche inglesi come la Jaguar Xe. La scelta di lanciare per prima la versione cattiva è singolare (è come se Bmw svelasse la serie 3 partendo dalla M3) ma ha proprio lo scopo di voler dichiarare che la rinata Alfa Romeo fa leva su dinamismo, sport, prestazioni e piacere di guida. Insomma gioca le sue carte proprio sulle emozioni per ridare vigore al marchio. Del resto lo stesso Wester ha espresso un concetto chiave: «Le auto di oggi, anche quelle premium, sono tutte simili, sono prodotti intercambiabili, senza anima, sono perfette e sicure, ma tecnocratiche. Noi vogliamo invece rimettere il guidatore al centro della sua automobile». E per fare questo Alfa Romeo punta su tecniche e tecnologie al servizio della guida emozionale e su un distintivo design italiano.
La vettura, strategica nel piano industriale del gruppo Fca, e frutto del lavoro dei famosi team di ingegneri soprannominati Skunk Works, ed è nata nella simbolica data del 24 giugno, giorno del 105.esimo compleanno della A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) a simboleggiare la rifondazione del brand.
Giulia ha la trazione posteriore oppure integrale, un chiaro indizio della volontà di recupero dell’heritage del Biscione ed è costruita a Cassino, mentre i motori a Pratola Serra. Sempre per garantire dinamica di marcia e guida sportiva esibisce una ripartizione delle masse tra i due assali 50/50
La Quadrifoglio come accennato, monta un tre litri V6 bi-turbocompresso da 510 cavalli. L’unità, tutta in alluminio, è stata elaborata da tecnici Ferrari partendo proprio dai sei cilindri Maserati by Ferrari (sono costruiti a Maranello) che danno vita a Ghibli e Quattroporte in due livelli di potenza: 330 e 410 cavalli. Per la Giulia Quadrifoglio ci sono quindi 100 cavalli in più e, secondo la casa, scatta da 0 a 100 orari in 3.9 secondi, un tempo da supercar di razza e questo grazie a un rapporto peso potenza di 3 kg/cv ottenuto grazie all’impiego di materiali sofisticati quali, per esempio, fibra di carbonio, alluminio e compositi tra polimeri e leghe leggere.
Giulia esce dalle matite del team guidato da Lorenzo Ramaciotti ed esibisce una linea muscolosa. Gli sbalzi sono corti, il passo è molto lungo, il terzo volume è poco pronunciato, mentre l’abitacolo è arretrato, quasi fosse appoggiato sul retrotreno, quello che dà trazione, mentre spicca il cofano molto lungo. La fiancata è scolpita da un profondo e ampio avvallamento che parte dalla vistosa presa daria sul parafango anteriore e prosegue, rastremandosi, lungo la fiancata. Il frontale è dominato dal mitico trilobo Alfa Romeo e da espressivi fari.
I tecnici di Alfa Romeo si sono concentrati su sospensioni (multilink) e hanno curato ogni aspetto (anche, ovviamente il sound del motore) per «creare e non solo costruire una macchina».
Essendo un’Alfa Romeo nata nell’era digitale la nuova Giulia ha un’intelligenza di software e silicio. Infatti ripropone, rinnovandolo, il selettore Alfa DNA che modifica il comportamento in base alle esigenze del pilota intorno al quale è disegnata una plancia minimalista.
I prezzi non sono stati annunciati (al pari di molti altri dati tecnici), la vettura in vendita nei primi mesi del 2016, sarà la star del prossimo salone di Francoforte di settembre e poi arriveranno anche le versioni normali. Quanto ai motori di quest’ultime nulla è stato dichiarato ma si può ipotizzare che ci saranno un due litri turbo benzina, quattro cilindri, con potenze stimate in 180, 250 e 330 cavalli e un diesel 2.2 derivato e opportunamente alfizzato (in alluminio) da quello che ha appena debuttato sulla Jeep Cherokee con due livelli di potenza: 180 e 210 cv, ma si parla anche di una versione su misura per le flotte da 135 cv. Al top della gamma a gasolio si attende una variante del tremila V6 costruito da VM Motori con potenza incrementata fino a circa 340 cavalli. Possibile anche l’utilizzo di altri V6 a benzina con potenze più basse rispetto ai 510 cavalli della Quadrifoglio. Wester in più occasioni ha detto che il gruppo, e dunque anche il Biscione, utilizzerà powertrain ibridi ma al momento non si hanno indicazioni precise.