Apple Watch: convince poco lo smartwatch della Mela

Convince poco e presta il fianco a molti dubbi e tante critiche. Lo smartwatch di Apple, battezzato non senza presunzione “Watch” come a voler dire “io sono l’Orologio”, l’unico possibile” non pare introdurre elementi di novità e innovazioni strepitosa rispetto ai competitor arrivato in questo mercato ben prima (Samsung Gear è  nato un anno fa ed è vicino alla terza generazione e intanto firo di concorrenti come Lg sono sbarcati) conferma un fatto: gli smartwatch servono a poco e che il mercato di questi device indossabili (Apple e i suoi cantori non amano il termine smartwatch che forse palesa il ritardo della mela) è ancora immaturo e che non è affatto certo che il Watch di Cupertino possa davvero sfondare.

In un articolo di Roberto Pezzali su Dday.it potete leggere un’analisi davvero puntuale e intellettualmente onesta dove fra i vari punti si legge:
“Watch non integra un GPS e neppure particolari sensori: c’è solo il lettore di battito cardiaco, una “invenzione” Samsung, oltretutto e l’accelerometro per le funzioni di contapassi come tanti altri smartphone. Apple lo dipinge come il perfetto orologio per correre e allenarsi, ma difficilmente chi corre baratterà il suo Garmin Forerunner per il prodotto Apple. Senza tener conto del fatto che l’assenza di GPS obbliga a portarsi appresso anche lo smartphone (da iPhone 5 in su) se si vuole tenere traccia del percorso di una corsa, oppure misurare attività come un’uscita in bicicletta“.
Pezzali prosegue affermando che “dalla forma dello schermo, ai sensori per arrivare alle funzionalità non c’è una funzione di Watch che non si sia già vista o che non possano fare i competitor”
Ma c’è molto di più nel pezzo di Roberto che trovate qui.